Biella. Il sindaco Corradino è pronto ad accogliere i profughi “veri” in arrivo dall’Ucraina: quelli “falsi”, invece, li mandiamo a Vercelli?

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Con una crisi di giunta che sta raggiungendo tempistiche da gestazione (siamo alla fine del settimo mese, chissà che ad aprile, magari già il primo, venga alla luce qualcosa di buono…), ispirato dallo sciabordio della roggia che scorre timidamente nascosta agli occhi dei biellesi sotto lo scuro porfido di via Italia, Re Claudio da Cassato, sindaco/sovrano del capoluogo laniero, è riuscito a trovare il tempo per una cogitazione celestiale, degna dell’ennesima comparsata sulla stampa nazionale.

In effetti, se non fosse che il copyright della cretinata di cui stiamo per favellare è già stato blindato dal #semprepessimo Salvini, il buon Re Claudio, forse, qualche cameo sui media nazionali sarebbe pure riuscito a piazzarlo. Sindaco, però, abbia pazienza, per raggiungere le vette di certi baciamano, o di certe cittadinanze negate, ci va più impegno, più determinazione, più creatività.

Non basta ripetere come un pappagallo le fesserie pronunciate improvvidamente da qualcun altro, anche se quel qualcun altro è il suo amato Capitan Fracassa.

Ma cos’avrà mai detto di così meraviglioso, il nostro primo cittadino? Niente, in realtà, solo un pessimo copia/incolla, come si anticipava poc’anzi: «Siamo pronti ad accogliere i profughi VERI dall’Ucraina!». Ora, se non di essere rilanciato sugli organi di stampa mondiali, probabilmente il buon Re Claudio si aspettava di fare almeno una bella figura, di ricevere applausi scroscianti, una standig ovation o giù di lì. Invece, quando il sito di un giornale locale ha postato il calembour sui social, si è immediatamente levato a gran voce il coro del biasimo e dello stigma nei confronti dell’attonito Corradino (così ce lo immaginiamo), che si starà chiedendo: “Ma davvero ce l’avete con me? Cos’ho detto di male? L’ha detto pure Salvini, ieri sera…”.

Ecco, appunto, due sublimi conoscitori e paladini della lingua italiana, quell’arcaico idioma che, obtorto collo, sono costretti a balbettare per farsi comprendere da un elettorato ancora più ignorante di loro. Già perché NON ESITONO PROFUGHI VERI E PROFUGHI FALSI. Per definizione o una persona è un profugo o, semplicemente e prosaicamente, non lo è.

Un valido aiuto per comprendere e imparare, arriva (anche online) dall’Enciclopedia Treccani, che così definisce il sostantivo profugo: “Persona costretta ad abbandonare la sua terra, il suo paese, la sua patria in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, oppure a cataclismi come eruzioni vulcaniche, terremoti, alluvioni, eccetera”.

Accidenti, quindi è profugo chiunque sia costretto ad abbandonare la propria terra, patria, paese pure quando non ci sia di mezzo per forza una guerra? Già, pare proprio di sì.

Incredibile!

Tranquillo, Claudio, può succedere: è l’italiano, baby…

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