Biella. Il grande bluff dell’Amministrazione Corradino: praticamente immobile nell’anno del Covid, è la denuncia del PD

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Sembra il titolo di un noto programma televisivo andato in onda sulle reti Fininvest (sarà un caso?) tra il 1996 e il 2000, quando all’alba di un nuovo millennio si cercava di capire quali fossero le grandi sfide che attendevano il Paese. Anche “Il grande bluff” dell’Amministrazione Corradino riguarda delle sfide, quasi tutte perse, e perciò stesso abilmente taciute. Il grande bluff, appunto.

Re Claudio e compagnia cantante, nell’anno del Covid, hanno fatto poco e niente. Una denuncia che già si era levata nelle scorse settimane dai banchi dell’opposizione (vedi “Biella al Centro”) oggi è stata ripresa e sviscerata nel corso di una conferenza stampa online organizzata dal Gruppo consiliare del PD (presenti il segretario di Circolo Enrico Zegna e la segretaria provinciale Rita de Lima).

Valeria Varnero, capogruppo, Manuela Mazza, Marta Bruschi (che ha fatto da moderatrice), Mohamed Es Saket e Paolo Rizzo hanno messo in fila tutte le carenze, dovute ad inazione, se non ad incapacità di visione e di spesa, dell’Amministrazione che governa il capoluogo.

Un’amministrazione sorda, in primis. Arrogante. Lo hanno sottolineato all’unisono i vari relatori: la maggioranza non ascolta le opposizioni. Soprattutto in un momento delicato come quello che stiamo attraversando, in attesa di soldi che arriveranno dall’Europa per il tramite del Governo (oltre a quelli peraltro già arrivati e non spesi), non si può pensare di fare a meno della collaborazione di tutte le parti in causa. Anche perché la partecipazione di tutti sottende la rappresentanza della cittadinanza, che non è monolitica, evidentemente, ma sfaccettata.

«Vogliamo esprimere il nostro disappunto per le modalità operative adottate da questa amministrazione», è l’arringa iniziale di Valeria Varnero. Il riferimento è al famigerato Fondone Covid. Quello non ancora speso, per capirci (nel 2020 il Comune di Biella ha ricevuto trasferimenti da Roma quasi cinque volte superiori a quelli del 2019). Quello che va a comporre il favoloso avanzo d’amministrazione nel bilancio da poco approvato (oltre 9 milioni di euro parcheggiati nelle casse dell’ente).

Nessuna discussione prima dell’approvazione del bilancio e, credibilmente, nessuna discussione nemmeno dopo, anche se per giovedì prossimo è stata convocata l’apposita commissione. Quella che dovrebbe fornire gli indirizzi su come spendere l’enorme avanzo, ancorché vincolato, ascoltando anche le proposte che arrivano dall’opposizione. 

Peccato che non sarà così, «perché l’Amministrazione ha già deciso come spendere quei soldi, e cosa ancor più grave, come già accaduto in altre circostanze, lo abbiamo appreso dai giornali», rimarcato Varnero. La Stampa ha scritto di un milione e mezzo che aiuterà le attività commerciali a pagare la Tarip, con criteri d’accesso alla domanda che prima erano draconiani (e infatti erano arrivate agli uffici comunali pochissime richieste), mentre ora si rischia che quei soldi vengano distribuiti a pioggia. Bene ma non benissimo.

Eccoci, comunque, di fronte alla vecchia e odiosa “tattica”, tipica del centrodestra: il fatto compiuto. Se ti sta bene è così, se non ti sta bene chissenefrega.

Fin qui la pars destruens. La pars costruens targata Pd è fatta di una serie di proposte suddivise per ambiti di intervento. Dello sviluppo urbanistico hanno parlato la stessa capogruppo e Paolo Rizzo. Marta Bruschi ha analizzato nel dettaglio le poste attive che costituiscono il Fondone («il bilancio, così com’è stato approvato non va assolutamente bene», ha sottolineato). Manuela Mazza ha illustrato una serie di proposte su scuola e sociale.

Mentre Mohamed Es Saket ha evidenziato le criticità legate alle manutenzioni di strade, marciapiedi e tombini nell’area di Piazza Falcone e, più in generale del Villaggio Lamarmora, che «abbandonato a se stesso è davvero una brutta immagine per questa città».

Tra le proposte più interessanti, sicuramente quella dello “sportello Covid”, uno degli argomenti toccati da Manuela Mazza. L’idea, in breve, è quella di creare uno sportello comunale in grado di intercettare, anticipandole, le fragilità e le nuove povertà create dall’emergenza socio-economica. «Una struttura proattiva – ha affermato Manuela Mazza presentando il progetto – perché dovrebbe essere in grado di individuare da sola le situazioni di disagio, dal momento che molte persone e famiglie, per motivi di orgoglio, non si rivolgono ai Servizi Sociali, ma sono comunque in forte difficoltà».

In chiusura, un dato che compendia il grande bluff. Ad oggi, il Comune di Biella ha destinato solo un residuale 0.27% alle “Entrate extra pro Covid”, ma non ha mai perso occasione per sparlare del precedente governo, il Conte 2, lamentandosi per gli aiuti “insufficienti”. Che forse così insufficienti non erano, se la giunta Corradino non è nemmeno stata in grado di spenderli (oltre alle due distribuzioni del “Bonus spesa”, non si registrano iniziative degne di nota). Il poco utilizzato, è stato usato come tappabuchi per le minori entrate, ma di investimenti nemmeno l’ombra.

Famiglie e imprese biellesi, ancora in attesa di aiuto, ringraziano l’Amministrazione cittadina per la sua cronica inazione. Prima o poi – si sa – i nodi vengono al pettine, e nascondere il tanto che non si è fatto con il poco che si è fatto, alla lunga, può diventare un boomerang pericolosissimo.

Ma, intanto, il grande bluff è servito.

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