Il sindacato di polizia penitenziaria SiNAPPe ha inoltrato alla direzione della casa circondariale di Biella una missiva con la quale si richiedono chiarimenti e azioni specifiche in relazione all’emergenza sanitaria da Covid-19.
Biella, la casa circondariale di via Dei Tigli
In particolare, il sindacato fa riferimento alla mancanza di DPI (Dispositivi di protezione individuale) per gli agenti in servizio all’interno della struttura: “Le mascherine distribuite, rigorosamente una per ognuno, non corrispondono affatto alle FFP2 o FFP3 descritte dal DAP (Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, ndr), ma sono di simil carta; ciò significa che non appena umide (cosa che avviene per forza dopo un turno di 6/8 ore) andrebbero gettate e sostituite, mentre ai poliziotti è stato fatto implicitamente comprendere che non vi saranno ulteriori distribuzioni”.
Anche rispetto al controllo della temperatura di chi accede al casa circondariale di via Dei Tigli sono state rilevate alcune criticità. In primis, ai poliziotti non è stato spiegato come utilizzare i due termoscanner laser in dotazione.
Inoltre, nei giorni scorsi, la misurazione è stata eseguita “con un normale termometro auricolare digitale, la cui affidabilità è piuttosto dubbia; cosa più grave però, è che il cappuccio protettivo della sonda, che dovrebbe essere monouso, è stato riutilizzato più e più volte, venendo pulito dopo ogni uso soltanto con una garza sterile e un po’ di disinfettante. Sarebbe stato sufficiente fornire il kit di adeguati ricambi dei cappucci (facilmente reperibili presso farmacie e sanitarie)”.
“Stante l’estrema delicatezza del momento che stiamo vivendo – conclude il comunicato inviato alla direzione -, è più che mai importante non scivolare su questioni di tale rilevanza; si auspica pertanto che le precauzioni richieste siano eseguite con il massimo scrupolo”.
Le risposte fornite dall’amministrazione della struttura alle rimostranze scritte inviate dal SiNAPPe non hanno però convinto il sindacato.
