Benzinai in disaccordo con Ministero Economia e Finanza, sciopero il 6 febbraio

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa delle organizzazioni sindacali dei gestori degli impianti di rifornimento carburanti.

Il Ministero Economia e Finanza ha deciso di confiscare il rimborso che – dopo oltre 15 anni di trattative – il Governo aveva finalmente approvato con la precedente finanziaria in termini di credito d’imposta a favore dei Gestori, riconoscendo il maggiore livello di commissioni bancarie collegate alle transazioni con carte di credito, subito in ragione dello straordinario peso fiscale che grava sul prezzo dei carburanti.

È quanto denunciano le Organizzazioni di categoria dei Gestori degli impianti di rifornimento carburanti – Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio – con una nota congiunta, già oggetto di un telefax urgente recapitato il 16 gennaio scorso ai Ministri Di Maio e Tria, e ai Sottosegretari Galli e Garavaglia.

Si tratta di una decisione del tutto ingiustificata – prosegue la comunicazione sindacale – ma anche gravissima perché pretende di cancellare arbitrariamente un atto politico pubblico frutto di un equilibrio motivato, attraverso espedienti tecnici unilaterali sotto forma di circolari ed emendamenti nascosti nel mucchio di quelli collegati alla conversione del Decreto semplificazioni.

Sarà bene ricordare che, al prezzo medio attuale della benzina (€/lt. 1,5 ca), ogni 100 euro di commissioni che il sistema bancario pretende dal Gestore, 66,59 euro sono generati dal tributo incassato dall’Erario, vale a dire proprio dal MEF che quindi più di qualunque altro soggetto dovrebbe sostenere e prudentemente difendere tale provvedimento.

Quel provvedimento sul credito d’imposta che, partorito 13 mesi fa, i Gestori non hanno neanche potuto cominciare a spendere per i ritardi dell’Amministrazione, è stato reso persino tassabile ed è stato incassato nel frattempo dal monopolista Nexy che ha cominciato a raddoppiare il peso delle commissioni, senza che né il MEF, né l’Antitrust,trovassero niente da ridire, nonostante le ripetute sollecitazioni. A ciò si aggiunga l’aumento esponenziale delle transazioni con carte di credito causato dall’introduzione degli obblighi relativi alla fatturazione elettronica.

Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio proclamano le prime 24 ore di sciopero per il prossimo 6 febbraio.

Comunicato stampa Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc/Anisa Confcommercio

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