ASL Bi. Telemedicina al “Degli Infermi”: alcuni pazienti cardiologici sono monitorati a distanza

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Importante passo in avanti nel campo della telemedicina per il servizio di Elettrofisiologia ed Elettrostimolazione della struttura complessa di Cardiologia – Unità di Terapia Intensiva Cardiologica dell’ospedale dell’Asl di Biella.

Nei mesi scorsi infatti il reparto ha implementato una nuova modalità per seguire costantemente le condizioni dei propri pazienti: il controllo a distanza di defibrillatori impiantabili tradizionali e sottocutanei e, potenzialmente, di alcune tipologie di pacemaker.

Da ottobre 2020 sono già una sessantina gli utenti in fase di monitoraggio in remoto secondo questa modalità, effettuata tramite un trasmettitore da tenere al domicilio e in grado di comunicare con l’ospedale attraverso la Rete. Questo nell’ottica anche di ridurre, per quanto possibile, gli accessi in ospedale in questo lungo periodo di pandemia.

A spiegare sia il funzionamento che i vantaggi di questa implementazione è il dottor Biondino Marenna, dirigente della SC Cardiologia. «Di norma il funzionamento dei pacemaker e dei defibrillatori dei pazienti viene controllato rispettivamente ogni anno e ogni sei mesi circa, o comunque a seconda delle esigenze del singolo. Già da tempo, però, soprattutto per quanto riguarda i defibrillatori, il nostro reparto ha attivato la possibilità di analisi a distanza, anche grazie ai nuovi ingressi nello staff di due medici, il dottor Enrico Boggio e la dottoressa Miriam Gravellone, che hanno permesso di dedicare tempo e attenzione a questa opportunità. In autunno abbiamo “approfittato” della situazione generale per spingere in questo senso, implementando cioè le possibilità di telemedicina per limitare gli accessi in ospedale e accelerare sul concetto di controllo a distanza. È un attività che richiede un impegno costante in termini di tempo e risorse umane, ma che garantisce indubbi vantaggi per il paziente e la struttura».

Il trasmettitore per defibrillatore ha le dimensioni di una piccola scatola e può trasmettere i dati che registra sul paziente ai computer dell’ospedale sia grazie a una scheda Sim, come uno smartphone, sia con un collegamento via cavo alla linea telefonica di casa. Due modalità che, abbinate, permettono versatilità di connessione anche in zone con scarso segnale o lontani dall’abitazione. Per esempio, in vacanza non precludendo nulla all’utente cardiopatico.

«Il paziente è dotato di un dispositivo trasmettitore da tenere principalmente vicino al letto, dato che i dati vengono immagazzinati durante il sonno, per poi essere comunicati online alla nostra piattaforma – afferma sempre Marenna -. Una visita clinica in ospedale in caso di necessità non può essere sostituita, ma questi trasmettitori consentono comunque di prevenire possibili aritmie o, in caso di dubbio o preoccupazione di un paziente, di monitorare a distanza l’andamento per evitare un accertamento in struttura e fornire una risposta in questi termini».

«Il monitoraggio tramite questa modalità su defibrillatore avviene dopo una formazione medica e infermieristica – commentano Boggio e Gravellone -. Potenzialmente il controllo potrebbe avvenire anche su alcuni tipi di pacemaker, in base alle esigenze del singolo paziente. Si tratta di un’implementazione della telemedicina piuttosto rilevante in questo momento storico, per evitare determinati accessi in ospedale e garantire allo stesso tempo un’osservazione continua».

c.s.

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