Nel corso della prima ondata Covid, il duo macchiettistico Fontana-Gallera, per giustificare la Caporetto del sistema Lombardia di fronte all’avanzata del virus soleva appellarsi alla densità abitativa e alla grande popolosità della regione (s)governavano. Cosa in parte vera, ma in gran parte surrettizia. Tanto che anche nella seconda ondata la Lombardia resta l’epicentro italiano per numero di contagi e di decessi.
Se le eventuali responsabilità penali sono giustamente al vaglio della magistratura, quelle politiche, enormi e sotto gli occhi di tutti, dovrebbero avere un diverso giudice: il cittadino. Che quando sarà chiamato nuovamente a scegliere i propri rappresentanti in seno al governo regionale potrà (e dovrà) ricordarsi degli scempi fatti da questi due personaggi lombrosiani (di sicuro Fontana, ma con Gallera a un’incollatura).
L’altra coppia da “urlo” di Munch è costituita dal Presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, e dal collega di Gallera, Luigi Genesio Icardi, titolare della Sanità piemontese. Da ieri, domenica 15 novembre, il Piemonte è la seconda regione per numero di morti dopo la Lombardia, ma Cirio e Icardi non possono nemmeno attaccarsi all’ancora di salvataggio rappresentata dall’incredibile popolosità dalla nostra regione, che è solo settima in questa speciale classifica demografica.
A mettere sul tavolo il problema è stata Monica Canalis (foto qui accanto), consigliere di minoranza nel Consiglio regionale e vice segretaria del Partito Democratico Piemonte, che con un post sulla sua bacheca Facebook ha fatto notare quanto segue: “Il Piemonte ha superato l’Emilia-Romagna ed è diventato la seconda Regione italiana per numero di decessi da Covid-19, ben 5.046, nonostante sia solo settimo per popolosità. Un dato molto preoccupante, che richiama chi ha ruoli istituzionali innanzitutto ad un sentimento di vicinanza nei confronti di queste 5.046 famiglie piemontesi colpite dal lutto, ma, al tempo stesso, induce a fare un ulteriore esame delle responsabilità”.