XXV aprile. Oggi… 75 anni fa: dedicato a chi non ha ancora afferrato il concetto

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Sono passati 75 anni, ma ancora oggi il concetto non è chiaro a molti. A troppi. Si sa, col passare del tempo, la memoria, si dilata, affievolisce, scolora. Quando anche l’ultima generazione che ha vissuto direttamente quella Storia viene a mancare per ovvi motivi anagrafici, è compito di chi in determinati valori crede ancora perpetuarne la memoria.

Il giorno della Liberazione, oggi, di 75 anni fa, non è un giorno come gli altri. È il giorno in cui, ci ricordiamo di quando, finalmente, questo Paese è riuscito a liberarsi dagli orrori nazi-fascisti. Il giorno in cui gli italiani hanno rialzato la testa, per guardare di nuovo dritta in faccia la loro storia, la loro dignità, e il loro futuro. Fino a quel momento calpestati dalla follia di un uomo solo al potere.

Ecco perché, ancora oggi, abbiamo gli anticorpi contro chi chiede “i pieni poteri”… Perché proprio su quei pieni poteri fu costruita la rovina del Paese. Fino a quando, appunto, oggi, ma 75 anni fa, l’Italia si ribellò per dire “mai più”.

Dal sangue di donne e uomini che noi chiamiamo partigiani, nacque l’Italia come la conosciamo oggi.

Un Paese bellissimo. Pieno di contraddizioni, anche. Un Paese comunque libero. Un Paese che tollera (nel nostro caso a fatica, davvero a fatica…) da un lato, i maldestri e ridicoli tentativi di Revisionismo da parte di alcuni pessimi “nostalgici” (vero Ignazio La Russa, e compagnia cantante?), dall’altro, chi semplicemente non si riconosce nei valori della Resistenza: è il caso, ad esempio, del nostro sindaco di Biella (città medaglia d’oro al valor militare!) Claudio Corradino, che un giorno di qualche mese fa ebbe a dirci “non sono i miei valori”; è anche il caso del vicesceriffo Giacomo Moscarola che oggi sulla sua pagina Facebook, proprio oggi, posta una foto col drappo della Serenissima…

C’è un documento, datato 29 aprile 1945, che vogliamo proporre ai nostri lettori, perché crediamo che solo conoscendo la storia si possano avere le idee più chiare sul futuro, anche quando, 75 anni dopo, e facendo le debite differenze, l’Italia e gli italiani cercano di scrollarsi di dosso un altro nemico, infinitamente più piccolo e subdolo come un virus.

Buona Festa della Liberazione a tutte e tutti!!!

Il CLNAI dichiara che la fucilazione di Mussolini e complici, da esso ordinata, è la conclusione necessaria di una fase storica che lascia il nostro Paese ancora coperto di macerie materiali e morali, è la conclusione di una lotta insurrezionale che segna per la Patria la premessa della rinascita e della ricostruzione. Il popolo italiano non potrebbe iniziare una vita libera e normale – che il fascismo per venti anni gli ha negato – se il CLNAI non avesse tempestivamente dimostrato la sua ferrea decisione di saper fare suo un giudizio già pronunciato dalla storia.

Solo a prezzo di questo taglio netto con un passato di vergogna e di delitti, il popolo italiano poteva avere l’assicurazione che il CLNAI è deciso a proseguire con fermezza il rinnovamento democratico del Paese. Solo a questo prezzo la necessaria epurazione dei residui fascisti può e deve avvenire, con la conclusione della fase insurrezionale, nelle forme della più stretta legalità.

Dell’esplosione di odio popolare che è trascesa in quest’unica occasione a eccessi comprensibili soltanto nel clima voluto e creato da Mussolini, il fascismo stesso è l’unico responsabile.

Il CLNAI, come ha saputo condurre l’insurrezione, mirabile per disciplina democratica, trasfondendo in tutti gli insorti il senso della responsabilità di questa grande ora storica, e come ha saputo fare, senza esitazioni, giustizia dei responsabili della rovina della Patria, intende che nella nuova epoca che si apre al libero popolo italiano, tali eccessi non abbiano più a ripetersi. Nulla potrebbe giustificarli nel nuovo clima di libertà e di stretta legalità democratica, che il CLNAI è deciso a ristabilire, conclusa ormai la lotta insurrezionale.

Il Comitato di Liberazione Nazionale dell’Alta Italia
Achille Marazza per la Democrazia Cristiana
Augusto De Gasperi per la Democrazia Cristiana
Ferruccio Parri per il Partito d’Azione
Leo Valiani per il Partito d’Azione
Luigi Longo per il Partito Comunista Italiano
Emilio Sereni per il Partito Comunista Italiano
Giustino Arpesani per il Partito Liberale Italiano
Filippo Jacini per il Partito Liberale Italiano
Rodolfo Morandi per il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria
Sandro Pertini per il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria

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