Trump vs. Biden, il nocciolo della questione è uno: il sovranismo. La parabola del tycoon paradigma della sconfitta

0

Il vero nocciolo del problema non è chi abbia vinto e chi abbia perso. Posto che siamo strafelici per la sconfitta di Trump, bisogna anche dire che, per amor di cronaca, il perdente ha ancora molto seguito negli States. Troppo.

Non siamo né politologi professionisti né grandi esperti di geopolitica internazionale, ma un dato è certo e indubbio: il problema è SEMPRE il sovranismo, in tutte le sue possibili declinazioni. Il mondo cambia alla velocità della luce, siamo nel mezzo di una pandemia globale e di una globalizzazione che affonda le sue radici nel millennio passato, ma c’è ancora gente che non ha capito (o finge di non aver capito) nulla di tutto questo.

Trump, e la sua cheerleader italiana, ad esempio. Nemmeno tutte le destre. Alcune destre. Non ammettere la sconfitta, infangare le istituzioni, delegittimarle. Questo è il vero cancro della politica nazionale e internazionale.

Una volta il confronto/scontro, il cosiddetto agone politico, avveniva SEMPRE all’interno del perimetro istituzionale: oggi, al contrario, le istituzioni fanno comodo, sono funzionali, e quindi sono legittime, fin tanto che a guidarle ci sono loro, i Trump, i Salvini, gli Orban e compagnia cantante.

Quando poi, a seguito di libere elezioni (o come nel caso del #semprepessimo che fa saltare il tavolo in piena estate, coltivando la pia illusione di diventare il padrone dell’universo, palesando al contrario tutta la sua profondissima ignoranza!), vince qualcun altro, ecco che si mette in moto la macchina del fango contro quelle stesse istituzioni che si dirigono.

Nel caso di Tramp, fino alle ore 12 del 20 gennaio 2021, le redini del Paese sono ancora nelle sue mani. E, attenzione, con pieni poteri, non come nel nostro “semestre bianco”.

Purtroppo è questo l’aspetto più pernicioso di tutta la vicenda Trump-Biden. Negli USA la gente è armata fino ai denti, destabilizzare l’opinione pubblica con lo spettro di brogli elettorali, complotti, tradimenti e quant’altro, vuol dire, implicitamente, incitare i propri sostenitori alla rivolta (armata?).

E qui emerge l’altro grande limite nella politica di certi personaggi: Trump, non lo diciamo noi, lo affermano convintamente i veri esperti di politica americana, ha perso a causa della sua pessima gestione della pandemia da SARS-CoV-2.

Quando l’interesse personale, di schieramento, al limite (anche se tra gli stessi repubblicani c’è chi ha preso le distanze dal Tycoon), soverchia quello della Nazione, della gente, allora anche una parte degli ultras, almeno quella con un minimo di sale in zucca, riapre finalmente gli occhi.

E quindi (tutti noi!) uscimmo a riveder le stelle…

Condividi:

Commenti chiusi