Truffe online. Mette in vendita su internet 15 bottiglie di vino a 45 euro ma, raggirato, ne paga 4.350…

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La premessa, in questi casi, è d’obbligo, ed è la seguente: posto che le forze dell’ordine ci forniscono quasi quotidianamente determinate notizie, in quanto il problema inizia ad assumere proporzioni di un certo tipo (non siamo all’allarme sociale, ma se continua così è facile che ci si arrivi…), noi non ci divertiamo a diffonderle, dando peraltro l’impressione al lettore distratto di scrivere sempre le stesse cose. Stiamo parlando delle “solite” truffe online.

E siccome gli antichi erano soliti affermare in latino che “repetita iuvant” (letteralmente: le cose ripetute aiutano, giovano), non ci stancheremo di richiamare l’attenzione dei nostri lettori su questo fenomeno, nella speranza che l’informazione circoli e si alzi, via via, il livello di guardia. Né – si badi – il nostro intento è quello di colpevolizzare il sito internet Subito.it diventato, nel 99% dei casi, la piattaforma sulla quale bazzicano scaltri e spesso impuniti truffatori. Ci chiediamo però se gli amministratori del sito non siano in grado di stringere un pochino le maglie della “policy” interna alla piattaforma per contenere e/o scoraggiare i comportamenti fraudolenti. Ma, su questo tema, alziamo le mani: non abbiamo competenze specifice in materia.

Comunque, e veniamo al sodo: capita che un 58enne biellese, un bel giorno, decida di mettere in vendita 15 bottiglie di vino ad un prezzo di 45 euro. Nel giro di pochissimo tempo viene contattato telefonicamente da un uomo che gli dice qualcosa del tipo: “Ma no, 45 euro sono pochi per 15 bottiglie di vino. Te ne do 150, di euro, anche perché devo fare un regalo e ho bisogno del tuo vino con una certa urgenza”.

Ecco che l’incauto venditore abbocca come un pesce al mortifero amo del pescatore. Poi – non dimentichiamolo – è un biellese… Gli dici che può intascare 150 euro a fronte dei 45 sperati, non capisce più nulla. Il “dio” denaro si è già impossessato della sua mente.

Così, l’uomo si reca al primo sportello ATM e invece di ricevere la pecunia pattuita, inizia a fare versamenti dello stesso importo su cinque carte prepagate differenti (gli inquirenti scopriranno che sono intestate a due persone diverse, e l’utenza telefonica ad un altro soggetto ancora).

Come avviene la truffa? Semplice: il suo aguzzino, ogni volta che lo sprovveduto effettua una ricarica (invece di ricevere il pagamento), gli dice al telefono che il pagamento non è andato a buon fine e gli fornisce il numero di un’altra carta. E così via, fino a quando il povero raggirato inizia ad intuire che qualcosa non stia andando per il verso giusto. Ma, nel frattempo, si è fatto sfilare dal conto corrente o dalla carta di credito qualcosa come 4.350,00 (quattromilatrecentocinquanta) euro…

In conclusione, più che continuare a ripetere di fare molta attenzione quando ci si approccia alla rete, sia per vendere che per comprare, noi non possiamo fare. Ma non continueremo a farlo (sono le stesse forze dell’ordine che ci chiedono di dare la più ampia diffusione possibile a queste notizie), perché… repetita iuvant. Forse.

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