Nell’anno in cui si celebra l’ottantesimo anniversario dell’eccidio dei Cervi, un docufilm racconta l’eredità dei sette fratelli antifascisti reggiani attraverso lo sguardo di Adelmo, figlio di Aldo, caduto nella rappresaglia del 28 dicembre 1943. Il film si intitola “I miei sette padri” ed è stato realizzato dalla regista Liviana Davì e sostenuto dalla Film Commission della Regione Emilia-Romagna e da un crowdfunding che ha coinvolto più di 600 realtà antifasciste, tra cui la sezione ANPI di Sala Biellese.
La famiglia Cervi e le voci dei familiari sono al centro di questo film, che vuole ripercorrere la straordinaria e tragica vicenda dei sette fratelli antifascisti attraverso le testimonianze e la memoria dei familiari innanzitutto.
Grazie a loro, il film si è arricchito di preziosi materiali inediti come le pellicole 8 mm girate da Mario Cervi (figlio di Agostino Cervi e cugino di Adelmo) negli anni ’80 a Casa Cervi.
Tutta la sceneggiatura è basata sul libro scritto da Adelmo Cervi insieme a Giovanni Zucca, da cui sono tratte le letture di alcuni passi presenti nel docufilm.
Grazie all’Istituto Cervi è stato possibile utilizzare foto, documenti e archivi della famiglia Cervi e il film di Gianni Puccini “I sette fratelli Cervi” di cui l’Istituto detiene i diritti; l’Archivio Aamod ha inoltre concesso l’utilizzo del film Papà Cervi di Franco Cigarini (1969) e grazie alla Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia è stato possibile inserire un’intervista audio inedita ad Alcide Cervi, il padre dei sette fratelli, come parte di un racconto corale familiare.
Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi e Verina Castagnetti, aveva appena quattro mesi quando il suo papà fu fucilato dai fascisti. Adelmo è un uomo inquieto, un antifascista militante che da anni svolge attività politica contro le ingiustizie.
I sette fratelli Cervi sono un mito della Resistenza e Adelmo ha avuto a che fare con quel mito per tutta la vita. Ma chi erano, davvero, i Cervi? È questa la domanda che guida la ricerca di Adelmo, un viaggio a ritroso per trovare suo padre Aldo, per spogliarlo del mito e scoprire l’uomo che combatteva la dittatura, ma che aveva anche una vita segnata dal lavoro, dagli affetti, dalle speranze.
Quello di Adelmo è quindi un viaggio segnato da un doppio sguardo: da un lato quello di un bambino che insegue un uomo che non c’è più, tra frammenti di terra e schegge di memoria, per capire chi era; e dall’altro, quello di Adelmo adulto, che ritrova nel proprio impegno politico e sociale il segno, inevitabile, della presenza di quel padre perduto.
APPUNTAMENTO SABATO 22 LUGLIO, partire dalle ore 19.30, presso la piazzetta Ottavio Rivetti a Sala Biellese.
Info e prenotazioni:
Rolando 340 9687191 – Luca 339 1241618 (anche sms / WhatsApp)
museoresistenzasala@gmail.com
c.s.