Paolo Furia sulle manifestazioni di piazza contro il Dpcm: “Serve una forte politica di rilancio per i settori colpiti dal nuovo lockdown”

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso da Paolo Furia, Segretario regionale del Partito Democratico in merito alle manifestazioni di piazza, e agli scontri che talvolta ne sono scaturiti, contro le nuove misure restrittive adottate dal governo Conte nel tentativo di contenere la crescita della curva di contagio da SARS-CoV-2.

Ieri sera a Torino, ma anche in altre città d’Italia, abbiamo assistito a lanci di pietre, bottiglie, bombe carta, molotov, negozi devastati, dehors danneggiati, aggressioni: la rabbia e la frustrazione dilagano tra le fasce sociali colpite dalla crisi e che protestano per le misure del DPCM Conte dello scorso 25 ottobre, ma non si dica che sono stati i commercianti a distruggere le vetrine o a rovesciare i cassonetti dell’immondizia.

I fascisti di varie risme sono ben organizzati per spostare la protesta sul piano della violenza. Una violenza che va denunciata senza se e senza ma. A chi, da sinistra, guarda con indulgenza a questi episodi vorrei suggerire che c’è una bella differenza tra la Resistenza e l’insurrezionalismo che ha portato alla Marcia su Roma. E che per essere di sinistra è dirimente saper riconoscere questo tipo di differenza.

Altra cosa è la protesta pacifica, il cui significato va compreso.

Mi pare evidente che questo nuovo DPCM rappresenti una mediazione faticosa e imperfetta tra una tendenza più severa ancora (lockdown generale) e una più morbida (tenere aperti ristoranti, palestre, sport, cinema, eccetera). Si è fatta una scelta difficile: scoraggiare la vita sociale e i ritrovi tra le persone e dunque disporre un sostanziale coprifuoco, anche se la parola non piace, a partire dalle ore 18.

L’effetto collaterale è che in questo modo ci rimettono gli attori che animano lo spazio sociale e culturale in cui viviamo e trascorriamo il nostro tempo libero. La protesta delle attività chiuse o con orario ridotto si salda con quella dei loro lavoratori, spesso precari o autonomi intermittenti, per questo non sempre coperti dalla sicura cassa integrazione ma da ben più precarie misure una tantum.

Ecco perché, nella speranza che questo basti a limitare la curva dei contagi e a non sovraccaricare la sanità pubblica, il compito del Governo è fornire il prima possibile i contributi e i ristori alle imprese che hanno chiuso, tramite accredito diretto, e di accelerare l’erogazione delle una tantum per autonomi.

Non so se basterà ma è chiaro che una politica forte di rilancio di questi settori ci vorrà.

Si tratta non solo di imprese, ma di attività che vivono e fanno vivere i quartieri e le valli, che costruiscono parte dell’identità dei luoghi e non si può pensare che vadano a chiudere in massa nei prossimi mesi.

Per questo dobbiamo fare quanto promesso e di più.

Paolo Furia, Segretario regionale PD Piemonte

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