Oι στρατηγοì (Gli strateghi). Un paio di occhiali per vederci un po’ più lungo?

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A preoccupare, più di ogni altra cosa, più degli equilibrismi da funamboli di lungo corso, è la più totale mancanza di visione. Come per il loro “Capitano”, la politica (in questo caso ammantata di amministrazione) si riduce ad un concetto spazio/temporale che non va al di là di quei 3/4 centimetri di naso. È la becera politica dell’hic et nunc. Quella che bada a tappare una buca, inaugurare una fontana, restituire qualche favore ricevuto in campagna elettorale. Poco altro.

E domani? Come immaginano la Biella di domani i Corradino Boys? Forse, semplicemente, come quella di oggi, ma con cinque anni in più sul groppone. Un intero lustro di cose non fatte, contributi regionali restituiti al mittente e foto sui giornali per festeggiare l’epifania di opere iniziate da altri.

Per carità, ottima capacità di ascolto, sono sempre sul pezzo (tutti gli assessori, nessuno escluso, bisogna riconoscerlo e dargliene atto), ma il loro orizzonte, ahinoi, sembra essere l’ordinaria amministrazione. Sulla strategia di lungo periodo si perdono in un bicchier d’acqua. Ricordano quei “pallettari” che giocano a tennis sempre da fondo campo, nella speranza che, prima o poi, l’avversario si stanchi (o si annoi) e sbagli. Mai un guizzo, mai una volta che scendano a rete…

Con il primo atto di giunta hanno inaugurato la stagione dei calembour amministrativi (ve lo ricordate? Sì, esatto, proprio quello, l’aumento degli stipendi per tutta la giunta più superbonus al vice sindaco), e continuano imperterriti sulla strada piatta delle loro granitiche certezze.

Oggi è il nuovo supermercato di via Carso, che definirlo inutile sarebbe fare un gesto di estrema generosità, quasi un inchino. Per cosa, poi? La rutilante cifra di 123mila euro serve solo a rimpinguare il capitolo di bilancio sul quale passano gli stipendi, e nemmeno a blindarlo per tutta la legislatura. Il rapporto costi/benefici dell’operazione si commenta da solo.

Poi, a latere, c’è il discorso dell’area per i pelosetti a quattro zampe… Ma lì, al di là del fatto che sia stata creata da poco con il lavoro di tanti volontari, in effetti basta spostarla. Ci pensa Alberto Scicolone, ché quando si parla di bestioline lui è una vera garanzia.

E le piste ciclabili? A Biella? Una città in leggera salita, ci ricorda l’assessore Zappalà. Ma una strada che all’andata è in leggera salita, percorsa a ritroso non è in leggera discesa? Mah… Eppoi a Biella fa freddo. Vuoi mettere posti caldi come Amsterdam (mai nemmeno un alito di vento) o, per restare in Italia, città calde come Parma e Bologna (soprattutto d’inverno quando la nebbia crea quell’ineffabile bolla di calore ovattato).

Inoltre, dicono che nel Bel Paese siano esplose le vendite di biciclette elettriche, sì, quelle con la pedalata assistita, quelle, per intenderci, che ti portano a Oropa (la mitica salita Pantani) anche se sei solo un passista della domenica. O, per restare al pratico, che ti permettono di andare a lavorare in banca senza arrivare allo sportello o alla scrivania madido di sudore (e un filo maleodorante).

Poniamo che oggi, a Biella, di e-bike ce ne siano 100. Ma tra 10 anni? Potrebbero essercene 1000? Boh, la sefera di cristallo non ce l’abbiamo: magari sì, magari no. Ma se succederà, noi, intanto, abbiamo detto alla Regione che no, non ci interessano quei finanziamenti per le piste ciclabili, che se li tengano pure e, al limite, li diano a qualcun altro.

L’assessore Bessone ha dovuto fare i salti mortali carpiati rovesciati (metaforicamente, s’intende!) per trovare 15mila euro da dare alle parrocchie di Biella, perché, ha sottolineato, sul bilancio ereditato dalla giunta Cavicchioli il capitolo ad hoc era vuoto. Posto che la convenzione triennale era scaduta (e che quindi, presumibilmente, sarebbe stata rinnovata e il capitolo “monetizzato”), non è che nella vita ci si trovi sempre la pappa pronta. Un po’ del proprio bisogna anche mettercelo, no?

Tanto, a Dio piacendo, Biella diventa città Unesco e capitale galattica della Moda. Cosa vogliamo di più dalla vita? In alto i calici, beviamoci su!

 

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