Nuovo esecutivo. L’On. Lucia Azzolina: “Occasione storica, M5S e PD lavorino nell’interesse esclusivo della collettività”

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Poche ore prima che i 21 componenti del nuovo esecutivo nazionale giurassero sulla Costituzione della Repubblica davanti al Presidente Sergio Mattarella, abbiamo avuto il piacere di scambiare alcune battute con l’On. Lucia Azzolina del M5S. Siciliana di nascita ma biellese d’adozione, la parlamentare pentastellata ci ha rilasciato un’intervista che parte dalla nascita del primo governo Conte per arrivare a questo secondo incarico del premier, passando per le priorità e le potenzialità del territorio biellese.

Onorevole, dopo 14 mesi di esecutivo gialloverde si apre una nuova stagione politica: il M5S ha la possibilità di continuare la sua azione di governo ma con un nuovo alleato, il Partito Democratico.

Già l’anno scorso il primo partito con il quale ci eravamo rapportati era il PD, per tutta una serie di ragioni. Però, probabilmente, i tempi non erano maturi e l’accordo saltò all’ultimo minuto, perché un accordo c’era già. E con l’attuale legge elettorale fummo costretti a rivolgerci alla Lega: da lì venne stilato il famoso contratto di governo.

Secondo lei, che cosa non ha funzionato nell’alleanza con la Lega di Salvini?

L’errore penso sia stato proprio questo, ovvero quello di suddividersi i compiti in esito al contratto di governo: io mi occupo di questo, tu di quello… Spero che questo non succeda più, tanto che oggi parliamo di programma, non di contratto, perché se diventa una gara a chi fa più cose, non serve all’Italia. Mi auguro che da questi 14 mesi si sia imparato molto.

Per Lucia Azzolina non è mai stato facile approcciarsi a un alleato “ingombrante” come la Lega, giusto?

Esatto. Non ho mai apprezzato la Lega come partito, perché è sempre stato uno schieramento molto aggressivo verbalmente, non ha mai avuto parole gentili per una parte dell’Italia, quella da cui provengo, fino a quando non si è deciso di colonizzarla, e allora si è dimenticato tutto. Siamo un Paese che dimentica molto in fretta. Ma io non dimentico. I cittadini italiani, spesso, hanno poca memoria storica.

La comunicazione, però, è stata il punto di forza del partito guidato dall’ex ministro dell’Interno.

Sì, parliamo di testi e video postati sui social per istigare la bassa pancia del Paese. Per me quella non è politica, le Istituzioni devono avere tutt’altro profilo. Se poi sei il ministro che deve garantire l’ordine e la sicurezza non puoi agitare il popolo in quel modo. Anche se è evidente e chiaro a tutti che, per esempio, non possiamo accogliere tutti i migranti. C’è un’emergenza in atto, benissimo, se c’è qualcuno in Europa che sta lavorando per redistribuire i flussi e tu sei un ministro che può presentarsi ai tavoli insieme agli altri ministri dell’Interno europei per fare in modo che ci sia realmente quella redistribuzione, il tuo compito è quello di andarci, a quei tavoli, e poi tranquillizzare gli Italiani, non di aizzarli. Poi, se hai promesso 600mila rimpatri, fai di tutto per mantenere la parola, mentre sì e no ne sono stati effettuati meno di duemila. Ci vorrebbe un po’ più di onestà, ma mi rendo conto che non c’è.

Voltando pagina, cosa si aspetta da questa nuova stagione politica?

La mia aspettativa utopistica, che spero però diventi sempre più reale, è che M5S e PD riescano a lavorare nell’interesse esclusivo della collettività. Abbiamo un’occasione davverso storica per farlo e sarebbe un vero peccato lasciarcela sfuggire. Non bisogna governare per interessi di partito, perché altrimenti domani mattina la Lega prende il 50%. Dobbiamo mettere in campo provvedimenti utili per fare dei piccoli passi avanti, non si può rivoluzionare tutto in poco tempo, ma qualcosa sì.

La piattaforma Rousseau, che tante polemiche ha suscitato in occasione dell’ultima votazione, ha sancito con quasi l’80% dei voti favorevoli la nascita dell’esecutivo giallorosso. La base del Movimento ha deciso di dare fiducia al nemico storico, il Partito Democratico oggi guidato dal segretario Nicola Zingaretti.

Il nemico per il M5S è sempre stato il sistema, non solo il PD. Qualcuno ha fatto passare questo concetto, ma se torniamo ai tempi del contratto con la Lega, ricorderà che la conditio sine qua non posta dal Movimento fu che Berlusconi restasse fuori. Se quasi l’80% ha ritenuto di far partire questo nuovo governo è perché si voleva dare un’altra possibilità al Movimento per governare e poi perché, evidentemente, non siamo stati noi a tradire. È stato Salvini che ad un certo punto, ubriaco della sua stessa “hybris” (in greco antico: tracotanza), ha fatto saltare il banco. A Roma lo si sapeva già: tutto dipendeva delle percentuali che avrebbe preso alle Europee. Se fosse rimasto sotto il 30% avrebbe chiesto un “rimpastino”, sopra il 30%… quello che è successo.

Lei ha una prospettiva privilegiata, da parlamentare. Com’è stata vissuta all’interno della Lega e del “vecchio” esecutivo la crisi di governo innescata da Matteo Salvini?

Tutti molto arrabbiati con Salvini. Non era solo Giorgetti ad essere furibondo: dall’esterno sembrano tutti uniti e compatti ma dall’interno, se parli con i ministri leghisti che hanno perso la possibilità di governare il Paese per un colpo di testa, sono i primi ad essere arrabbiati. La retorica dei “no” imputati al M5S è completamente falsa. Gli ultimi provvedimenti che avevamo votato erano i loro: decreto sicurezza bis, educazione civica nelle scuole, lo sport tanto caro proprio a Giorgetti. Quindi di cosa stiamo parlando? Lo stesso ministro Bussetti che fino ad un certo punto non dico che sia stato super partes ma ancora ha rappresentato il mondo della scuola di cui era espressione, di punto in bianco ha trasformato la sua pagina Facebook nell’apologia del Capitano: ad un tratto, è cambiata tutta la narrazione.

Cambiando un po’ lo scenario, cosa si può fare da Roma per il Biellese?

Io ho lavorato moltissimo con l’UIB per migliorare la situazione trasporti e portare il territorio fuori dall’isolamento che lo attanaglia. In politica bisogna avere prima di tutto umiltà, e visto che la materia non è di mia competenza diretta, ho chiesto aiuto ai tecnici dell’Unione Industriale, che mi hanno accompagnato a Roma ai tavoli del MIT. Sono stati un validissimo aiuto. Il mio settore è quello della scuola e un progetto sul quale sto lavorando è quello che dovrebbe portare all’abolizione delle cosiddette classi pollaio, ovvero quelle classi scolastiche superaffollate, in cui un solo docente deve fare lezione a più di trenta studenti per volta.

Come vede il futuro della nostra città?

Eh, purtroppo vedo che a Biella ci sono problemi seri: case in svendita, collegamenti che non funzionano a dovere, il lavoro che non c’è più. Condizioni che scoraggerebbero chiunque dall’idea di trasferirsi nel Biellese. Però c’è anche da dire che i prezzi bassi delle case potrebbero essere considerati come un’opportunità. Un punto di partenza, diciamo. Poi vedo, in continuazione, fotografie di Giacomo Moscarola con la Polizia Locale, della quale peraltro ho il massimo rispetto, che viene assurdamente strumentalizzata. Togliere il Wi-Fi dai giardini Zumaglini è un provvedimento da terzo mondo. E allora mi chiedo: “È così che volete favorire l’integrazione e l’accoglienza da altre province?” Non penso che sia questa la strada. Mi chiedo se a Palazzo Oropa abbiano un’idea di cosa ci sia fuori da Biella.

Rispetto al turismo, di cui ormai da anni tanto si parla e – per la verità – non molto si è fatto, che idea ha?

Bisogna rendere la città ancora più attrattiva dal punto di vista turistico. Adesso gli amministratori biellesi hanno anche la giunta regionale dello stesso colore e alcuni rappresentati biellesi all’interno di quell’esecutivo. Quindi spero che sull’asse Roma-Torino si possa costruire insieme qualcosa di buono. Bisogna organizzare eventi che diventino rappresentativi dell’identità biellese ma che siano appetibili anche fuori provincia.

Il consigliere comunale e leader del M5S a Biella, Giovanni Rinaldi, già ai tempi dell’insediamento della nuova amministrazione, ha dichiarato pubblicamente di voler lascire il suo posto a Palazzo Oropa.

Giovanni ha dato tanto per questa città tra le fila del Movimento, ora ha tutto il diritto di dedicarsi alla sua attività professionale e alla sua vita privata. Questo non vuol dire che a Biella il M5S sparirà. Al posto di Giovanni ci sarà sicuramente qualcuno che porterà avanti le nostre battaglie e le nostre idee, e ovviamente ci sarò io.

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