Mercalli contrario all’impianto di Cavaglià appoggia il Movimento Valledora: “Gli inceneritori devono avere funzione residuale”

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Gli attivisti di Movimento Valledora si stanno organizzando per rilanciare sui social il logo rossonero “No Inceneritore” il prossimo 2 giugno; nel frattempo è arrivata una netta presa di posizione contraria all’inceneritore di Cavaglià dall’autorevole meteorologo Luca Mercalli.

«Gli inceneritori devono avere una funzione residuale – ha dichiarato Mercalli a Giuseppe Paschetto prima di presentare a Candelo in fiore il suo ultimo libro “Salire in montagna” e, informato in precedenza dei dettagli riguardanti l’impianto proposto a Cavaglià, ha voluto esprimere la sua posizione contraria –. Come dice giustamente l’Unione Europea nella sua gerarchia di gestione dei rifiuti, gli sforzi più importanti dovrebbero essere fatti nel ridurre all’origine la quantità di rifiuti, addirittura con una buona progettazione degli oggetti: l’eco design».

E aggiunge: «In Piemonte ritengo ci sia già la capacità di incenerimento e, semmai, ci si debba concentrare proprio sui punti precedenti per diminuire complessivamente la quantità di rifiuti che produciamo e facilitare il riciclo di quelli che restano».

Come anticipato, il 2 giugno verrà rilanciato il logo “No Inceneritore” che viene postato ogni secondo giorno del mese per ricordare che il 2 di settembre scadrà la proroga concessa al proponente per presentare le integrazioni. Molti dei 63 rilievi posti dalla Provincia sono sostanziali e riguardano aspetti sanitari, ambientali e di impatto sul territorio.

La situazione sanitaria richiede, infatti, un’analisi molto più approfondita a partire da quella riguardante le polveri sottili, ovvero l’inquinamento dell’aria. I valori, registrati fin dal 2003 da una centralina posta a 800 metri dal sito in cui dovrebbe essere costruito il termovalorizzatore risultano già oggi fuori dai limiti di legge. L’inquinamento dell’aria ha molte conseguenze sulla salute dei cittadini e non si può incrementarlo ulteriormente, bisogna invece invertire la tendenza.

L’ambiente, a sua volta, sarebbe compromesso dalla ricaduta che avrebbero le emissioni, trasportate dai venti per un raggio di 25 km sia in direzione della pianura che verso le montagne.

La zona della “Bassa”, così come il Biellese in generale e l’Anfiteatro Morenico d’Ivrea, stanno vivendo una riscoperta grazie alle peculiarità naturalistiche e storiche apprezzate soprattutto da turisti a piedi e in bicicletta. Un enorme inceneritore che brucia rifiuti non urbani non sarebbe utile al territorio e anzi avrebbe un impatto tale da compromettere fortemente questa rigenerazione.

«Per questi e molti altri motivi invitiamo tutti a pubblicare il logo rossonero “No Inceneritore” il prossimo 2 giugno sui propri profili social, sugli stati di WhatsApp e in ogni luogo del web dove sia possibile. Ricorderemo così insieme i 92 giorni che mancano alla scadenza della proroga concessa al proponente per presentare le integrazioni e, soprattutto, ricorderemo a tutti le ragioni della contrarietà di cittadini e  Comuni della zona», afferma Lucia Scagnolato del Movimento Valledora.

Alla pubblicazione del logo il 2 giugno, Festa della Repubblica, il Movimento ha deciso di aggiungere il testo dell’articolo 41 della Costituzione, che riguarda l’iniziativa economica privata. Recentemente il Parlamento ha approvato una modifica che esattamente in riferimento all’iniziativa economia privata chiarisce quanto segue: “Non può svolgersi in danno alla salute e all’ambiente”.

«È proprio il caso della Valledora, dove, dopo decenni di escavazioni e discariche, anziché bonificare si vuole aggiungere un altro rischio ambientale: l’inceneritore», conclude Anna Andorno, portavoce del Movimento Valledora.

c.s.

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