Lucia Azzolina presenta il “patto sociale” tra Ministero, Terzo settore e Associazionismo contro le povertà educative

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«La crisi ha pesato e pesa in modo diverso sui nostri studenti. Chi appartiene alle fasce deboli paga due volte questa emergenza che ha aumentato i divari sociali, rendendo ancora più urgente la necessità di garantire pari opportunità ai gruppi sociali più fragili». È quanto ha ricordato ieri mattina la Ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, presentando al Ministero gli interventi per contrastare le povertà educative che saranno realizzati in collaborazione con il Terzo settore e l’Associazionismo.

All’evento hanno preso parte Carmela Pace, presidente di Unicef Italia, Raffaella Milano, direttrice del Programma Italia di Save the Children, Cesare Moreno, presidente dell’Associazione Maestri di Strada Onlus, Floriana Fanizza, responsabile nazionale Donne Impresa Coldiretti, Claudia Fiaschi, portavoce Forum Nazionale Terzo Settore.

La Ministra ha spiegato che «fin dall’inizio della pandemia, grazie anche alle azioni intraprese con partner di alto livello, l’obiettivo è stato quello di raggiungere i più deboli, i ragazzi a rischio dispersione scolastica, quelli che vivono in condizioni di svantaggio. Un lavoro spesso poco visibile, che si svolge nelle periferie, lontano dagli sguardi della maggior parte dei cittadini, che tocca milioni di bambine e bambini, ragazze e ragazzi che non hanno tutti i mezzi che dovrebbero e di cui lo Stato ha il dovere di occuparsi».

Il Ministero ha stanziato nel 2020 più di 66 milioni per il contrasto alle povertà educative tra interventi e progetti contro la dispersione, il potenziamento dell’offerta formativa, gli investimenti per garantire connessioni e pc a chi non li ha per la didattica a distanza, il ripristino di aule e strutture vandalizzate. «Per il 2021 abbiamo altri 118 milioni da destinare a questi obiettivi in collaborazione con il Terzo settore e l’Associazionismo: i prossimi mesi saranno cruciali per rafforzare la nostra azione affinché nessuno resti indietro», ha ricordato Azzolina.

«La povertà educativa priva i bambini e i ragazzi delle opportunità cui hanno diritto e richiede soluzioni che utilizzino un approccio organico e sistemico. Garantire a ogni bambino, bambina e adolescente la realizzazione delle proprie potenzialità è un ‘bene comune’ di cui tutti siamo responsabili» ha spiegato la presidente di UNICEF Italia, Carmela Pace.

«La crisi che stiamo vivendo ha reso ancora più evidente l’importanza di costruire alleanze educative. Abbiamo visto la scuola entrare dentro le case, i genitori chiedere sostegno agli insegnanti e gli insegnanti rivolgersi agli operatori del Terzo settore, con questi ultimi impegnati ogni giorno a rintracciare bambini e ragazzi che erano fuori dal radar delle scuole. Si tratta di un patrimonio molto prezioso che non deve andare disperso», ha dichiarato Raffaela Milano, direttrice dei programmi Italia-Europa di Save the Children.

«La scuola rappresenta in certe situazioni l’unico luogo dove poter usufruire di un pasto completo per alcune famiglie», ha sottolineato Floriana Fanizza, responsabile Donne Impresa Coldiretti. «Consolidiamo la collaborazione con le Istituzioni per trasformare presìdi educativi, reti anche spontanee che si sono formate sul territorio in alleanze stabili, in strumenti strutturali a disposizione delle nostre comunità», ha spiegato Claudia Fiaschi, portavoce Forum Nazionale Terzo Settore.

Sono intervenuti, infine, rappresentanti di scuole già impegnate in progetti finanziati dal Ministero e, in particolare, Paola Carnevale, dirigente scolastica Istituto comprensivo Eugenio Montale di Scampia, che ha presentato il progetto “La Scuola in Movimento” per la quale «è importante non solo curare la dispersione scolastica, ma prevenirla»; Gianni Maddaloni, maestro di Judo che collabora con l’Istituto in un progetto contro la dispersione, ha spiegato che proprio grazie allo sport, a scuola «insegniamo il valore del rispetto per il prossimo e dell’educazione, anche ai figli dei boss».

c.s.

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