Lanificio Maurizio Sella. Il progetto “Caffè Maggia. Ipotesi di un archivio aperto” si aggiudica l’edizione 2022 del Premio Maggia

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“Caffè Maggia. Ipotesi per un archivio aperto” realizzato da PRACTICE+ (Erasmo Bitetti, Clara Faccio e Federico Giorgio) con Giacomo Pavanello si aggiudica l’ottava edizione, la quarta nazionale, del Premio Maggia. Imparare dal territorio. Giovani progettisti fabbricano spazi di conoscenza”.

“Caffè Maggia” propone un’inconsueta narrazione del fondo archivistico di Federico Maggia conservato presso la Fondazione Sella nell’ex Lanificio Maurizio Sella. I locali della caldaia Cornovaglia, dell’ex Lanificio sono abitati da un nuovo elemento catalizzatore e si trasformano in un popup bar. Il suo contenuto, centinaia di lattine personalizzate con il materiale dell’archivio, diventano testimonianza della consistenza dell’archivio e occasione di conoscenza.

Rifuggendo il racconto didascalico dei documenti che compongono l’archivio, l’apprendimento avviene così in maniera informale e inaspettata. «Partendo dalla consapevolezza che la sperimentazione diretta faciliti la comprensione e la trasmissione delle conoscenze, la nostra riflessione si è soffermata sugli spazi e le modalità dell’apprendimento. Lo scambio di conoscenza avviene anche sulle soglie e concepire gli spazi di conoscenza come luoghi di incontro e di dialogo – che acquisiscono senso se vissuti attivamente – restituisce all’educazione la sua dimensione spontanea e informale, ma universale», racconta il capogruppo Erasmo Bitetti.

«Il progetto vincitore rappresenta nella sua essenza quello che è il lavoro dell’architetto, trasformare una richiesta in un oggetto concreto, funzionante e utile, che però porta dentro di sé una novità e una interpretazione inaspettata, che spiazza», aggiunge Federico Tranfa curatore del Premio Federico Maggia 2022.

Una menzione speciale è stata poi attribuita al gruppo HPO (Riccardo Simioni e Oreste Montinaro) con Giacomo Attrotto e Plamcreative Studio (Arianna Montinaro) per il progetto “Rain Circus”, un sistema per l’approvvigionamento idrico degli orti didattici della scuola primaria di Cossila, frazione di Biella sulla strada per il Santuario di Oropa, che ha avviato un percorso sperimentale di didattica all’aperto.

Dopo aver organizzato un workshop di progettazione in presenza dei maestri e dei bambini, i giovani architetti hanno scelto di realizzare un serbatoio idrico flessibile, a impronta circolare. La sua capacità di rendere evidente attraverso il gonfiarsi e lo sgonfiarsi, l’ingresso e l’uscita dell’acqua, facilita la comprensione dei ritmi meteorologici e carica di significato il consumo della risorsa idrica. Il progetto è un’architettura pneumatica che si presta anche a un utilizzo ludico, in quanto la resistenza e l’elasticità del materiale permettono ai bambini di utilizzarlo come gioco.

Infine, “Innesti. Il Teatro Nel Teatro” di Edoardo Biondetti, Margherita Lurani e Edoardo Pozzato si è aggiudicato la menzione. L’intervento, presso il Santuario di San Giovanni d’Andorno, è un nuovo spazio scenico per la Bürsch in Festival, viaggio artistico alla scoperta dei caratteristici borghi della Valle Cervo. L’intervento, realizzato con legno di recupero montato a secco, che può quindi essere smontato e restituito per rientrare nel ciclo produttivo e blocchi di sienite derivanti dalla frana che nel 2020 ha investito il santuario, racconta il territorio dell’Alta Valle del Cervo mettendo in luce i due materiali che ne costituiscono il paesaggio e la storia: la pietra e il bosco.

I premi sono stati attribuiti dalla giuria, presieduta dall’architetto Luciano Pia, e composta da Sandy Attia (fresca vincitrice con MoDus Architects del Premio Italiano di Architettura), Michel Carlana, progettista della pluripremiata scuola di musica di Bressanone, Tullia Iori, professore a Roma Tor Vergata, Flavio Mangione del CNAPPC, l’architetto svizzero Martino Pedrozzi e Mariano Zanon (Architetto Italiano dell’anno 2020).

«Abbiamo voluto premiare la qualità del progetto dal punto di vista della relazione tra ambiente e committenza, tra pensiero e realizzazione e infine abbiamo valorizzato quei progetti che hanno saputo integrare architettura, ingegneria e innovazione», racconta Luciano Pia a margine della cerimonia di Premiazione tenutasi al Lanificio Maurizio Sella e moderata dal giornalista Mario Calabresi (foto qui sotto).

Il Premio Federico Maggia 2022

Il Premio Federico Maggia 2022 è stato bandito da Fondazione Sella con gli Ordini degli Architetti e degli Ingegneri di Biella, ed è dedicato alla memoria dell’ingegnere architetto biellese Federico Maggia. Il Premio è sostenuto da Fondazione CRT e Fondazione Cassa di Risparmio di Biella. Le aziende che hanno creduto nell’idea di migliorare la fruizione del territorio e che sostengono il Premio in questa edizione sono Banca Patrimoni Sella & C., Gibus (Padova), Sinergo (Venezia), Proklima House (Vercelli) e Rotary Club Biella. Diversi gli sponsor tecnici, Gruppo Sella, Biella Legno, Big Mat Mondin Imo & Figli, Aldebaran Illuminazione creativa, Birra Menabrea e Tenute Sella.

I dieci gruppi finalisti, giovani architetti e ingegneri under 30, hanno progettato piccole architetture sparse nel territorio biellese per rispondere al tema di questa edizione, formazione diffusa e apprendimento dal territorio, tramite il coinvolgimento della popolazione attraverso workshop e campagne di crowdfunding durante tutto il mese di maggio.

L’edizione 2022 del Premio ha promosso il confronto tra giovani progettisti non solo stimolando nuove visioni sugli spazi industriali biellesi, come era avvenuto nelle edizioni passate, ma lasciando in eredità al territorio manufatti costruiti, utili e utilizzabili che favoriscano relazioni inedite, azioni condivise e strategie immersive di appropriazione territoriale.

Ai finalisti è stata messa a disposizione, da Banca Patrimoni Sella & C., una piattaforma di crowdfunding civico per coprire i costi di realizzazione dei manufatti. La loro costruzione ha seguito i principi ispiratori del premio e ha avuto come presupposto un costo ragionevole e prestazioni adeguate e sostenibili. Questo minimo comune denominatore ha reso possibile la realizzazione di architetture riconoscibili e coerenti con la manifestazione: un complesso di interventi puntuali collegati in rete disseminati sul territorio.

Le 10 opere finaliste, un viaggio alla scoperta del territorio biellese

Biella e il suo territorio hanno infatti nutrito il Premio offrendo ai partecipanti l’opportunità di confrontarsi con una realtà complessa, resa emblematica dalla storica vocazione produttiva della città. I 10 gruppi finalisti si sono cimentati nella costruzione di strutture utili, reversibili e di semplice manutenzione su 10 aree, pubbliche e private, messe a disposizione da enti, istituzioni o aziende biellesi: dall’Alta Valle Cervo a Cossila, dal Lanificio Maurizio Sella sede di Fondazione Sella a Cittadellarte-Fondazione Pistoletto e infine a Vigliano Biellese nella splendida cornice dell’ottocentesca Villa Era.

A Villa Era, a Vigliano Biellese, nell’area degli annessi agricoli, il gruppo 2 (Antonino Caridi, Leonardo Dalla Rosa e Iacopo Predieri di Fluidiforme) ha realizzato “Flânerie”, uno spazio educativo che consente di riappropriarsi di un vuoto – quello degli Orti di Villa Era – attraverso un elemento emblematico dello spazio finito: il muro, riproposto nei suoi tratti metafisici. Sempre a Villa Era nell’area dell’Anfiteatro delle Vigne il gruppo 4 (Monica Galeotti, Giovanni Garrisi e Marco Iembo del collettivo ctrl+S con Roshdi Elyas Abanoub) ha realizzato “Biblioteca esperienziale”, una serie di manufatti leggeri a servizio di attività all’aperto, un essiccatoio didattico, un tavolo per momenti conviviali e il roseto esistente sono dei dispositivi emozionali, promotori dei saperi depositati all’interno della villa che, attraverso i cinque sensi, gli odori, i colori e le venature delle essenze lignee utilizzate concorrono a formare un’esperienza di tipo olistico.

Il gruppo 3 (Giona Carlotto, Giacomo Premoli, Blendi Vishkurti e Edoardo Zamberla) che ha lavorato al Lanificio Maurizio Sella nell’area giardino delle fabbriche, ha invece realizzato, “Landgate” un padiglione che ha come obiettivo, quello di riattivare un luogo e di fungere da catalizzatore. I passanti, inevitabilmente incuriositi dalla nuova lanterna luminosa e dal suo riflesso nel paesaggio fluviale notturno, sono attratti verso un angolo di città normalmente buio, anonimo e sconosciuto.

Nella casa canonica, chiesa Parrocchiale dei SS. Bernardo e Giuseppe, a Campiglia Cervo, il gruppo 6 (Michele Marini, Marco Agosti, Simone Floris e Riccardo Masiero della piattaforma di ricerca /mò·le/) ha realizzato il progetto “Valìt” (abitante della Bürsch), installato nel cortile della canonica, agisce sia da dispositivo scenico che da catalizzatore per l’esplorazione del sito. L’installazione ha due lati distinti, uno convesso caratterizzato dalla struttura di legno, metallo e pietra e l’altro concavo, definito da un tendaggio continuo.

Alla scuola primaria di Cossila nell’area aula all’aperto il gruppo 7 (Rodolfo Morandi e Giacomo Schiavon dello studio AACM) ha progettato “Fuori Classe”, delle sedute modulari coperte, che una volta collegate in cerchio, formano un’aula non gerarchica.

Infine a Cittadellarte Fondazione Pistoletto nel giardino che affaccia sull’area di ingresso, il gruppo 8 (Giuseppe Pappadà, Linda Verzeletti di archεtipo con Gino Orlando) ha realizzato “Manifesto”, un podio grezzo archetipo come territorio metafisico la cui resistenza al tempo è incarnata dall’uso della pietra, uno spazio, modellato come luogo di conoscenza mentre nell’area in affaccio al torrente Cervo il gruppo 10 (Lorenzo Vicari, Tomasz Lewicki Kornel e Roberta Gambardella) ha costruito “Stanza”, un podio che si apre solo sul fiume formato da tre moduli uguali, al centro l’ingresso, a sinistra e destra due camere dotate di un’apertura orizzontale verso il fiume e di uno specchio che riflette l’acqua e il paesaggio al di là del muro, a richiamare un ciclo di opere di Michelangelo Pistoletto, quello dei quadri specchianti.

Le opere sono tutte visitabili liberamente. Gli elaborati di progetto sono invece esposti in una mostra allestita all’interno del Lanificio Maurizio Sella fino al 30 luglio e pubblicati in un catalogo.

c.s.

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