La Bürsch. Estate 2020 col botto, anche grazie ai biellesi e ai voucher della Regione Piemonte: quest’inverno arriva l’eliski?

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Esistono luoghi in cui il tempo è sospeso, come una parentesi tra sogno e realtà. Esistono luoghi, anche nel Biellese, in cui spirito e corpo, circondati dalla Natura, trovano la sintesi perfetta. Anche se la Natura, talvolta, assume sembianze antropiche. Una casa, immersa nella Natura, è lei stessa Natura.

Dopo i mesi della quarantena e del lockdown per l’emergenza sanitaria da Covid-19, chiunque ha sentito la necessità di riappropriarsi del proprio rapporto con la Natura. Chiusi in casa, la vedevano fare il suo corso, imperterrita. Incurante del virus che dilagava e delle umane sofferenze. Era Lei, a riprendersi i suoi spazi…

Anche per questo l’estate 2020 ha consacrato il boom del “turismo lento”, del wellness, soprattutto verso la montagna. Per anni outsider rispetto ai flussi massificati verso le località balneari, indipendentemente dal fatto che fossero più o meno esclusive, più o meno esotiche.

Sempre meno voglia di confusione, sempre più voglia di relax. Di rigenerarsi attraverso il proprio benessere.

Questo target di turismo non poteva non accorgersi (e conseguentemente frequentare) uno dei luoghi più magici e suggestivi del Biellese: La Bürsch. Gli stessi biellesi, oltre che “i forestieri”, ne hanno finalmente compreso le potenzialità. Persone e famiglie abituate a compiere lunghi viaggi, percorrere tratte transoceaniche, hanno riscoperto la bellezza del territorio “dietro casa”.

Non è un caso. Perché a La Bürsch nulla è lascito al caso. Assolutamente nulla, nemmeno il più infinitesimale dei dettagli. Dietro a tutto questo, ci sono il cuore e la mente di Barbara Varese, proprietaria della struttura di Oretto, frazione di Campiglia Cervo.

Il bilancio della stagione estiva è decisamente positivo, tanto da convincere la titolare a continuare l’attività fino all’arrivo del prossimo inverno, quando la struttura ricettiva assolverà ad una funzione più consona a quella stagione. Quindi, a dispetto di un iniziale approccio stagionale, La Bürsch sta per diventare una struttura ricettiva completa, four seasons, aperta al pubblico potenzialmente tutto l’anno.

«Sono estremamente entusiasta – ammette Barbara Varese – perché in questo periodo così difficile, in cui attività già avviate da tempo hanno fatto fatica, il fatto di essere partiti il 4 luglio era una scommessa tutta in salita. Struttura nuova, in una valle con poca vocazione turistica, una crisi post Covid diffusa e generalizzata. Nonostante queste premesse, siamo partiti, ed è stato entusiasmante. Perché Biella e il Biellese, per la prima volta da quando abbiamo aperto La Bürsch, hanno risposto in maniera incredibile. Ci ha stupito, in particolare, che circa il 30% della nostra clientela sia tornata a trovarci praticamente tutti i weekend, dimostrandoci affetto e grande apprezzamento. Un’altra cosa che mi è piaciuta molto è stata la trasversalità anagrafica delle presenze: dai ventenni agli anziani: abbiamo ospitato una festa di compleanno per un signore biellese che ha compiuto 95 anni. La gente ha capito che La Bürsch non è né un ristorante né un albergo, ma una casa, e i nostri clienti sono tornati perché qui si sono sempre sentiti a casa».

«Siamo anche stati fortunati perché il tempo è stato bello – continua la titolare –. La sera, dopo cena, si accendeva il fuoco e si beveva un bicchiere in allegria intorno alla fiamma. C’era chi cantava e suonava, chi giocava a biliardo e chi semplicemente chiacchierava del più e del meno. In poche parole, ognuno qui si è sentito libero di fare ciò che voleva. Non nascondo che una bella mano ce l’ha data anche il bonus vacanze della Regione Piemonte: abbiamo avuto clienti da tutta Italia e da fine luglio, quando ci siamo affiliati, abbiamo già messo insieme 80 voucher sui 180 venduti nell’intero Biellese. Per il turismo locale, però, c’è ancora tanto da fare: il nostro è in assoluto il territorio regionale con il minor numero di passaggi, segno che chi viene in Piemonte, non prende granché in considerazione la provincia di Biella». 

Come mai? Secondo Barbara Varese «una delle criticità è legata alla difficoltà di creare qualità nell’ambito del servizio. E non è facile reperire sul territorio personale formato in questa direzione». Nessun problema invece per quanto concerne il rispetto delle normative anti Covid. «Per fortuna il fatto di avere tanto spazio a disposizione aiuta molto. Abbiamo sempre chiesto ai clienti la prenotazione, il loro numero di telefono e i loro dati. A fronte di pochi che hanno fatto un po’ di storie, molti hanno dimostrato grande senso di responsabilità. Da parte nostra, devo dire che siamo stati inflessibili nel pretendere il rispetto delle normative in vigore. Conserviamo i nostri registri per qualunque eventualità. Adesso andiamo avanti con l’apertura venerdì, sabato e domenica come ristorante, mentre l’albergo sarà sempre aperto».

E poi ci saranno gli appuntamenti autunnali. Primo fra tutti, l’inaugurazione, a fine settembre, di un nuovo spazio eventi al coperto. A novembre tornerà il tartufo di Alba, «perché dopo le fantastica esperienza dello scorso anno, tantissima gente ce lo ha già chiesto», quindi una serie di tre weekend legati al benessere con la guida di Benedetta Spada, nota insegnante di yoga, naturopata e dietologa. «Infine, stiamo studiando la possibilità di collegare La Bürsch a Cervinia-Zermatt e Alagna con l’eliski: sarebbero due pacchetti differenti (11 minuti di volo nel primo caso, meno di 5 nel secondo, ndr) che oltre al collegamento prevedono il maestro di sci o una guida alpina, il fisioterapista al ritorno qui da noi, fino alla cena con eventuale pernottamento».

Ottimismo e capacità di trasformare i punti di debolezza in punti di forza sono i mantra di Barbara Varese. Persino il fatto di non avere un collegamento autostradale da Santhià o Carisio verso Biella non rappresenta uno scoglio insormontabile. «Se anche ci fosse l’autostrada, chi esce dalla A4 a Carisio o Santhià per venire a Oretto risparmierebbe forse 5 minuti di tempo. Cosa sono cinque minuti in una giornata? Nulla. Quando la gente va a sciare in Trentino, non è che arriva con l’autostrada fin sulle piste. La mancanza di un collegamento autostradale rende in qualche modo l’esperienza in Valle Cervo decisamente più “wild”, creando anche un immaginario particolare. Ecco, secondo me, a partire da questo esempio, il Biellese ha davvero tanto da offrire al turismo, e credo che un po’ alla volta ne stia prendendo piena consapevolezza».  

In poche parole… STAY TUNED!!!

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