Infermiere biellese uccide un uomo nel Canavese, soldi (e droga?) alla base dell’omicidio

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Personaggio ben noto alla psichiatria biellese, il 60enne Alberto Diatto, infermiere, che nella notte tra venerdì 19 e sabato 20 luglio, poco dopo la mezzanotte, ha ucciso con un punteruolo di metallo il 57enne Roberto Moschini. L’omicidio è avvenuto nel cortile antistante l’abitazione della vittima, a Vistrorio (Valchiusella) nel Canavese.

La cosa più incredibile, oltre al fatto di sangue, è che il Diatto sia stato più volte sospeso dalla sua attività professionale di infermiere per la sua pericolosità, ma che nei giorni scorsi abbia riottenuto dalla Medicina del Lavoro di Biella l’idoneità al reinserimento lavorativo.

Sono stati i vicini di casa della vittima a comporre il 112, richiamati dalle urla del Moschini. Sembra che l’assassino abbia anche tentato la fuga ma sia stato bloccato sulla piazza del municipio da alcuni residenti, tra i quali anche il vigile del paese, pochi minuti prima dell’arrivo sul posto dei carabinieri della compagnia di Ivrea, che lo hanno arrestato.

Per Moschini, purtroppo, non c’è stato niente da fare: quando il personale sanitario del 118 lo ha preso in carico, non ha potuto fare altro che constatare il decesso. I due colpi sferrati dal diatto sono stati assestati in modo preciso e non hanno lasciato scampo alla vittima.

La mattina prima dell’agguato, Diatto si era già presentato a Vistrorio minacciando il padrone di casa. Chiedeva soldi, 5mila euro, e a mo’ di minaccia o per semplice sfregio aveva  bucato le gomme della macchina del Moschini. La vettura era parcheggiata proprio nel cortile in cui, a distanza di qualche ora, si è verificato l’efferato omicidio.

Secondo gli inquirenti, i due si conoscevano da tempo perché il biellese, per alcuni anni, ha vissuto a Ivrea, dove il Moschini lavorava. Una volta perso il lavoro, però, quest’ultimo si era trasferito in Valchiusella. Qui viveva da solo e si arrangiava con qualche lavoretto saltuario.

Al secondo piano della sua abitazione, i militari dell’Arma hanno scoperto una serra artigianale per la coltivazione di marijuana, un discreto quantitativo di stupefacente e qualche migliaio di euro in contanti. Il sospetto è che il 57enne arrotondasse con lo spaccio.

Questo e altri indizi portano gli inquirenti a seguire la pista che porta proprio ad un giro di droga e soldi, probabili moventi dell’omicidio.

 

 

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