Il sindaco Corradino replica alle accuse di “Azione Biella” sui “veri” profughi provenienti dall’Ucraina: “No a lezioni di moralità”

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Il sindaco di Biella Claudio Corradino replica alle accuse di Azione Biella in merito alla sua dichiarazione di accoglienza dei “veri” profughi provenienti dall’Ucraina. Quell’aggettivo “veri”, peraltro, è stato contestato al primo cittadino del capoluogo laniero anche dai consiglieri comunali del Partito Democratico Biellese, che gli hanno ricordato come, oltre a quello ucraino, esistano tanti altri teatri di guerra nel modo, a cominciare da quelli disseminati nel continente africano.

Conflitti che, negli anni, hanno causato lo sbarco sulle coste italiane di una moltitudine di migranti. Gli stessi che la Lega ha sempre cercato di rispedire al mittente con lo slogan “aiutiamoli a casa loro”.

Per una volta posso concedermi il lusso di regalare un po’ di visibilità agli “amici” di Azione Biella, questa “nuova” formazione, anche se nuova si fa per dire, considerando che il suo principale esponente è colui che ha sostituito il compianto Amintore Fanfani con una nuova riedizione del “Rieccolo” (espressione coniata dall’indimenticato Indro Montanelli in occasione del ritorno a Palazzo Chigi del più volte Presidente del Consiglio) perché ogni tanto ritorna: solo che l’ex segretario della Dc era sempre rimasto fedele a uno stesso partito, mentre Gianluca Susta ha il vezzo di cambiare spesso casacca, pensando che il mondo rimanga immobile, mentre va avanti.

Così per ottenere un pizzico di visibilità altro non gli resta da fare che tirarmi in ballo, attribuendo alle mie frasi un significato che, da persona intelligente quel è, non può non aver capito. Parliamo di migranti “veri” e migranti “finti” e così colgo anche l’occasione per rispondere agli amici del Partito Democratico e ad alcune insinuazioni postate su Facebook, pensando che io volessi distinguere i migranti in base al colore della pelle. Ma non è così. Io distinguo chi veramente scappa dalla guerra, anche dai conflitti in Africa, da coloro che invece sono migranti esclusivamente economici. Il vocabolario definisce “profugo colui il quale è costretto ad abbandonare la propria terra, il proprio paese, la patria, in seguito a eventi bellici, a persecuzioni politiche o razziali, oppure a cataclismi”.

Qual è la differenza? Quelli che arrivano dall’Ucraina raggiungono il confine, portano in salvo donne e bambini e poi tornano indietro per combattere. Invece quando affrontavamo l’immigrazione senza regole ci si imbatteva in navi cariche di ragazzi, uomini, che magari avrebbero potuto dare una mano al loro Paese. Chi ad esempio lasciava il Senegal non scappava dalla guerra: certo purtroppo dovevano affrontare seri problemi economici, ma è una cosa ben diversa da un conflitto.

Questa manodopera a basso prezzo era sfruttata in Italia: io alle persone non ho mai chiuso la porta, a prescindere dal colore della pelle, sono tutte in egual modo degne di rispetto. Però il sistema che c’era prima, com’è stato ampiamente dimostrato, portava a ingrossare le file della malavita; una situazione che non ha fatto bene né al nostro Paese, che li accoglieva senza regole, né a quello d’origine di queste persone. Dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di poter rimanere nei loro Paesi originari, dove possono essere utili; poi se vogliono migrare devono essere nelle condizioni di farlo e non di essere sfruttati.

Non ho bisogno di ricevere lezioni di moralità. Le guerre sono troppe e in tanti posti nel mondo, ma rivolgersi ai mercanti di schiavi, che io definisco pure mercanti di “carne umana” per attraversare il mare in condizioni di assoluta insicurezza porta inevitabilmente ad aumentare il numero dei morti. Invece dovremmo aiutarli facendo in modo che chi vuole restare per costruire qualcosa di diverso, abbia la possibilità di farlo. Ma questi signori di Azione Biella, che a parte il caso di Roma penso siamo condannati a numeri del tutto insignificanti, fanno tanta confusione. Ribadisco che sono i migranti economici, più o meno finti, da rimandare ai loro Paesi, non certo quelli che scappano da una guerra.

Più volte ho già affermato che Putin ha commesso un madornale errore nell’invadere l’Ucraina e spero vivamente possa ravvedersi. L’auspicio è che la guerra finisca e che tutti possano tornare nelle loro case.

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