Il premier Conte al Paese: “Tutta l’Italia diventa zona protetta, scuole chiuse fino al 3 aprile”

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Intorno alle 21.45 di questa sera, lunedì 9 marzo, il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha parlato al Paese dai canali della RAI. Un intervento durato circa venti minuti per dire che da domani mattina tutta l’Italia diventa “zona protetta” fino al 3 aprile.

Non più, quindi, solo Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e altre 11 province, ma tutto il Paese. Limitati gli spostamenti, e giustificati solo da “comprovate esigenze di lavoro”, motivi di salute e stringente necessità. “Le nostre abitudini vanno cambiate” ha detto il premier, spiegando che il bene della salute, nel nostro ordinamento giuridico, è considerato il bene primario.

“Capisco le famiglie, i giovani […], sono abitudini che ragionevolmente con il tempo potranno, alla luce delle nostre raccomandazioni, essere modificate e adattate alle nuove esigenze. Ma purtroppo tempo non ce n’è. I numeri ci dicono che stiamo avendo una crescita importante dei contagi”, ha continuato Conte.

Divieto di assembramento all’aperto e nei locali aperti al pubblico: “Non ci possiamo permettere più queste occasioni di aggregazione che diventano anche occasioni di contagio”, ha sottolineato il primo ministro.

Tra le altre misure per il contenimento del Coronavirus, anche la sospensione dell’attività didattica nelle scuole (di ogni ordine e grado, comprese le Università) in tutta la Penisola e nelle Isole fino al 3 di aprile prossimo.

Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, in riferimento alla sospensione dell’attività didattica per tutto il mese di marzo, ha scritto sulla sua bacheca Facebook: “È una misura dolorosa ma necessaria, che condivido. Mi impegno a stare ancora più vicino a studenti e personale scolastico. Andremo avanti affrontando insieme questa emergenza. Le attività si sospendono ma #lascuolanonsiferma“.

Disposta la chiusura di palestre, centri fitness e wellness, piscine e strutture per l’attività natatoria, luoghi di aggregazione pubblici e privati, centri ludico-sportivi. Sospese anche le manifestazioni sportive, compresa la Serie A di calcio.

“La decisione giusta, oggi, è stare a casa”, ha concluso Conte.

Anche il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha detto la sua, con l’intento di spiegare più diffusamente le misure anticipate dal premier. Nel suo consueto videomessaggio, Cirio ha focalizzato l’attenzione sulle attività commerciali, grandi o piccole che siano.

Piccole attività. Bar aperti dalle 6 del mattino alle 18. Attività commerciali, compresi i ristoranti, sono consentite, a patto che i gestori siano in grado di garantire accessi contingentati, in modo da rispettare la distanza minima di un metro tra una persona e l’altra.

Grandi e medi esercizi commerciali. In poche parole, centri commerciali e supermercati. Nelle giornate festive e prefestive saranno chiusi. Durante la settimana, invece, aperti ma evitando assembramenti.

Nei festivi, potranno rimanere aperte le farmacie, le parafarmacie e anche i punti vendita di generi alimentari (quindi, anche i supermercati per i settori legati alla vendita di generi alimentari).

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