Fondazione CRB. Burcina: tracce di un insediamento risalente all’Età del Bronzo

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Il progetto Natura e archeologia: i parchi biellesi. Baraggia, Bessa, Burcinaè strettamente correlato e completa il progetto “Antiche Civiltà: l’uomo in Burcina” già co-finanziato dall’Ente di gestione delle Aree Protette del Ticino e del Lago Maggiore e da Fondazione Cassa di Risparmio di Biella.

L’obiettivo è quello di mettere in rete sotto il cappello dell’archeologia e pertanto della cultura il patrimonio naturalistico biellese gestito: Baraggia di Candelo, Bessa e Burcina. Le azioni progettuali hanno riguardato la continuazione delle indagini archeologiche presso il Parco Burcina e l’esecuzione di sondaggi, indagini e studi sulle incisioni rupestri inerenti tutte le tre aree biellesi.

I risultati sono stati molto interessanti e validati dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, partner progettuale che ha curato costantemente la direzione scientifica di tutte le azioni che sono state attuate, nelle persone della Lucia Mordeglia ed Elisa Lanza.

L’archeologo Matteo Aspesi, che ha condotto la verifica dell’interesse archeologico del “masso erratico presente in Burcina”, ha ritenuto «sostenibile la vocazione simbolico-funzionale della masso presente nel Parco Burcina» e quindi degno di un approfondimento specifico.

L’archeologa Antonella Gabutti che ha condotto l’assistenza archeologica ai sondaggi di accertamento stratigrafico in base ai quali 3 sondaggi hanno dato esito positivo: «Ritrovati buche di palo e un focolare, abbondanza di frammenti ceramici e il recupero di una macina a sella testimoniano la presenza passata sul colle del Parco Burcina di un insediamento databile dal materiale ceramico al Bronzo finale/inizio Ferro. L’ipotesi di un lavoro degna di approfondimento è quella dell’esistenza di una capanna a base incassata».

Oltre alle azioni prettamente di studio e ricerca è stata condotta in parallelo la stesura di una Guida breve geo-archeologica delle aree protette ai piedi delle Alpi Biellesi , a cura di Angela Deodato così composta:

  • Plesso Verde: Burcina

Come si è formata la Burcina? Il contesto geologico

Franco Gianotti, Mauro Palomba Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino.

Il villaggio protostorico del Bric Burcina: vecchi scavi e nuove indagini archeologiche

Angela Deodato, Antonella Gabutti, Lucia Mordeglia

  • Plesso Oro: Bessa

L’origine dell’oro della Bessa: il quadro geologico

Franco Gianotti, Mauro Palomba Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino.

Le aurifodinae romane della Bessa: romanizzazione di un territorio tra fonti letterarie e archeologiche

Angela Deodato, Archeologo indipendente; Conservatore archeologo Museo del Territorio Biellese e Museo Civico P.A. Garda di Ivrea

  • Plesso Blu: Baraggia

Geologia della Baraggia biellese

Franco Gianotti, Mauro Palomba Dipartimento di Scienze della Terra, Università di Torino,

  • Paleontologia e archeologia della Baraggia: dal mare al castello

Giuliana Morena, Chiara Rossi –Soc. Cooperativa Ideazione, Biella; Museo del Territorio Biellese

In ultimo sono stati realizzati tre videoclip, della durata 4/5 minuti ciascuno, divulgativi e suggestivi con le informazioni raccolte dal progetto a cura di Prospettive Nevskij, di Manuele Cecconello con la collaborazione del dronista Roberto Tacca e Roberto Ramella.

In relazione agli studi svolti, l’Ente sta attivando il progetto I colori dei Parchi Biellesi: Plesso Verde, Oro e Blu approvato lo scorso ottobre dalla Fondazione CR Biella. Questo progetto si inquadra come prosecuzione delle attività che l’Ente Parco ha sviluppato e sostenuto negli ultimi anni in materia di informazione, formazione ed educazione alla sostenibilità ambientale e, partendo dal progetto già finanziato da Fondazione CRB denominato “Burcina: Plesso Verde”, si amplia sui territori biellesi delle aree protette della Bessa (Plesso Oro) e della Baraggia di Candelo (Plesso Blu).

La proposta vuole rappresentare un modello esportabile di educazione ambientale nelle politiche di governo del territorio in genere, quale strumento finalizzato a favorire processi partecipativi, sviluppare e ampliare la conoscenza del capitale naturale in nostro possesso e del territorio dove viviamo e abitiamo in termini non solo di patrimonio naturalistico e paesaggistico ma anche in termini di storia, tradizioni e usanze. Lo scopo è promuovere un atteggiamento responsabile dei comportamenti e degli stili di vita, al fine di creare una maggiore spontaneità della cultura della sostenibilità sul territorio delle aree protette biellesi.

Un progetto caratterizzato da una forte rete territoriale che coinvolge istituzioni, associazioni, scuole uniti tutti insieme per l’ambiente con attività di educazione ambientale e proiettate allo sviluppo sostenibile, seminari di formazione per insegnanti e personale docente/funzionari e amministratori e per le spese per viaggi e costi di trasporto scuolabus (oggi un contributo prioritario-sine qua non).

  • ASSOCIAZIONE “VERMOGNO VIVE”
  • Associazione Biellese Cercatori d’Oro
  • Associazione Culturale Centro Documentazione Ricetti
  • Associazione WWF Oasi e Aree Protette Piemontesi
  • Comune di Candelo
  • Comune di Pollone
  • Garden Club Biella
  • Istituto comprensivo di Cavaglià (Bi)
  • Istituto Comprensivo di Cossato
  • Istituto Comprensivo e. Schiapparelli
  • Lega Italiana Protezione Uccelli – Sezione di Biella
  • Legambiente Circolo Biellese “Tavo Burat”

Il Presidente dell’Ente di AA. PP. del Ticino e del Lago Maggiore Adriano Fontaneto interviene dicendo: «Sono soddisfatto, a fine mandato politico, di poter presentare i risultati di un impegno e lavoro costante dell’Ente per le aree protette biellesi: un lavoro di squadra tra Istituzioni, Enti, Scuole e Associazioni. Portare a conoscenza notizie di un patrimonio storico nascosto in un’area protetta e per testimoniarlo mediante la guida e i videoclip è una delle azioni culturali che un Parco deve portare avanti».

Il Consigliere delegato dell’Ente di gestione Alessandro Ramella Pralungo afferma: «Questo è il punto di arrivo del lavoro che abbiamo iniziato tre anni fa: il progetto era quello di creare una rete per il territorio biellese che si muovesse insieme per curare e valorizzare le risorse legate ai parchi che sono per l’appunto parte del nostro territorio. Grazie all’educazione ambientale, l’archeologia, la natura, i filmati e le pubblicazioni ed il plesso verde abbiamo messo in rete tantissimi personaggi del territorio e diciamo anche mettere a sistema. Siamo contenti di presentare un lavoro che ha visto tantissime persone all’interno dell’Ente, i nostri responsabili, all’interno della comunità del Parco e all’interno delle associazioni presentare lavori che portano in seno la collaborazione attiva di tutto il territorio, con la speranza che tutto questo operare porti a una valorizzazione anche a livello promozionale turistico per tutto il Biellese».

«La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ha sostenuto questi progetti nella convinzione che essi rappresentino un asset strategico per il territorio anche alla luce dell’ammissione di Biella al Network delle Città Creative UNESCO – spiega il vice segretario generale della Fondazione CRB Andrea QuaregnaNatura, cultura e sostenibilità sono infatti tre elementi che caratterizzano lo sviluppo del Biellese intero».

c.s.

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