Filosofia & viaggi. Nell’antichità si viaggiava per avventura, per insegnare o per… fuggire

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Viaggiare, nell’antichità, era estremamente pericoloso, specialmente quando gli spostamenti avvenivano su lunghe distanze. I viaggi avvenivano prevalentemente via mare, in quanto non esistevano strade facilmente percorribili.

Si viaggiava solo per mare e in estate. Negli altri periodi dell’anno era ancora più rischioso a causa dei venti violenti che flagellavano le coste.

Nonostante queste difficoltà, i filosofi antichi viaggiavano parecchio.

Oggi proseguiamo il nostro “viaggio alla scoperta del mondo e del connubio tra filosofia e viaggio” con… I Sofisti e Aristotele.

I Sofisti sono pensatori itineranti, non rimangono fermi ad Atene ma viaggiano di città in città per insegnare (a pagamento) ai giovani appartenenti a famiglie nobili.

Empedocle e Gorgia ma anche lo stesso Platone si recarono a Olimpia per esibire le loro capacità retoriche.

Spostarsi dalla propria città e stabilirsi ad Atene divenne per i filosofi una pratica tutt’altro che inconsueta. Ad esempio, Anassagora lasciò la sua città, Clazomene, e si trasferì ad Atene ma non fu l’unico, infatti anche Aristotele originario di Stagira, in Macedonia, si trasferì ad Atene. In questo modo rinunciavano alla partecipazione diretta alla vita politica.

Spesso Atene si rivelò essere inospitale con i filosofi, proprio come successe nel caso di Protagora che venne accusato di empietà, cioè di non credere negli dei. Tutti i suoi libri vennero bruciati al rogo. Nella sua opera intitolata “Sugli dei” affermò: “Non ho la possibilità di accertare né che sono, né che non sono, opponendosi a ciò molte cose: l’oscurità dell’argomento e la brevità della vita umana”.

La stessa sorte toccò ad Aristotele, anche lui fu accusato di empietà e fu costretto a fuggire rifugiandosi a Calcide, dove poi sarebbe morto.

Aristotele

Durante la sua vita viaggiò ad Asso, Metilene e in Macedonia.

A Metilene, sull’isola di Lesbo, fondò una scuola e vi insegnò fino al 342, anno in cui il re di Macedonia Filippo II lo chiamò per fargli fare da precettore a suo figlio Alessandro Magno. Il filosofo svolgerà questo incarico per ben tre anni fino a quando Alessandro non sarà chiamato a partecipare alle spedizioni militari.

Nel 340 a.C. Alessandro diventò reggente del regno di Macedonia e Aristotele tornò a Stagira, ma nel 335 a.C si trasferì ad Atene dove fondò la sua scuola: il Liceo. Successivamente venne condannato per empietà e fu costretto a fuggire, come abbiamo visto, a Calcide.

Alla luce di tutto ciò, è facile comprendere come il viaggio può diventare anche la via d’uscita da situazioni pericolose ma non sempre purtroppo c’è la sicurezza di salvarsi.

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