Fase 2. Democratiche Biellesi: “Vorremmo essere interpellate, perché questo mondo è anche nostro”

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“Vogliamo il pane e vogliamo anche le rose” 

Questa era uno degli slogan della rivoluzione delle donne negli anni ’70. Volevamo uscire di casa, essere libere del nostro tempo, delle nostre scelte, abbiamo lottato anni per avere diritti, non sempre ci siamo riuscite, abbiamo vinto e abbiamo perso, abbiamo conquistato e siamo tornate indietro in un continuo lavoro, fatto di determinazione e stanchezza, di prove, di battaglie e di periodi di stasi, in una democrazia, la nostra, in cui la parità tra i sessi non esiste, in cui ancora oggi non c’è parità salariale. Sono anni che ci diciamo che l’Italia non è un paese per donne!

Arriva la pandemia e tutto viene nuovamente ribaltato, tutto rimesso in discussione.

Trascorrere il tempo del lavoro, il tempo della cura, il tempo del privato nello stesso luogo, senza la possibilità di staccare, è per le donne un boomerang che le colpisce profondamente. Un carico enorme, fatto di lavoro sommerso, di cura emotiva di figli, anziani e lavoro domestico.

Casa non più come luogo in cui si fa ritorno ma, al tempo del Coronavirus, un contenitore in cui convivono affetti, cura, lavoro, sicurezza, scuola, figli, genitori, dove si declina tutta la nostra vita. Lavoro retribuito, quando c’è, lavoro sommerso, una costante nella vita di tutte le donne; lavoro cui si somma una convivenza che non è più una scelta, ma un obbligo, e che non per tutti ha la stessa valenza e gli stessi esiti.

Anche in questo contesto, cambiano le opportunità tra chi ha una casa piccola in cui si sta stretti e non si respira o una casa grande, in cui avere i propri spazi, dove si ha una connessione internet o meno, dove si hanno strumenti per lavorare, studiare, un lavoro retribuito o meno, reddito, salute, parità di genere, condivisioni o meno.

Viviamo un tempo ancor più diseguale, un cambiamento epocale!

Abbiamo parlato per anni di conciliazione, di smart working, di condivisione dei ruoli. In modo prepotente, da un giorno all’altro, abbiamo avuto, a livello mondiale, la necessità di applicare tutte queste modalità pensate e teorizzate.

Tutti a casa, tutti al lavoro da casa.

E sono venuti alla luce i nodi irrisolti di un mondo sommerso che pesa ancora troppo esclusivamente sulle spalle delle donne, che non è riconosciuto né condiviso in alcun modo in molte famiglie. Oltre al carico fisico c’è quello mentale: fronteggiare le preoccupazioni, le angosce, la solitudine, arginare le tensioni e contenere l’ansia di una situazione inedita, che nel nostro mondo non ha paragoni, è un lavoro immane, cui non siamo tutte preparate.

Leggiamo di tante proposte per la “Fase 2”, che da maggio dovrebbe gradualmente riportarci a una nuova normalità. La riapertura delle scuole pare ancora incerta e lontana, ma si parla già di una ripartenza economica e di una riapertura delle attività, senza considerare però come faranno le famiglie a gestire lavoro e tempo dei figli, ancora a casa.

All’incertezza economica e alle prospettive lavorative si somma un altro aspetto, quello della violenza domestica già difficile in tempi di normalità, ma reso ancor più complesso in questo tempo di chiusura, dove è resa difficoltosa la possibilità di chiedere aiuto ai centri anti-violenza.

Non tutte godono di reale autonomia.

Leggiamo con rabbia e disappunto di ennesime task force tutte al maschile che dovrebbero risolvere i problemi del mondo post pandemia senza tenere in considerazione che il mondo è fatto anche di una parte femminile che ha qualche cosa da dire. Manchiamo noi donne, le nostre intelligenze e le nostre esperienze, per uno sguardo collettivo sul mondo.

In questa fase dove si deve pensare a ricostruire partendo da punti essenziali, vorremmo essere presenti, interpellate, perché questo mondo è anche nostro, vorremmo parlare di sviluppo sostenibile, di pari opportunità, di salute pubblica, di innovazione tecnologica, di famiglia, scuola, sanità, economia, trasporti, eccetera.

Non abbiamo più voglia di chiedere, pretendiamo di farlo!

Le Democratiche Biellesi

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