Economia circolare. Italia leader in Europa: quali sono i vantaggi per l’ambiente e per le nostre imprese?

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Tra i tanti campi in cui l’Italia riesce a farla da padrone tra i grandi Stati d’Europa c’è anche l’economia circolare, uno dei vanti della Penisola. Lo sottolinea anche il Rapporto nazionale sull’economia circolare in Italia 2020, in cui risulta chiaro come l’Italia sia tra i Paesi che usa in maniera più efficiente le proprie risorse.

Per stabilirlo, il CEN ed ENEA – le due reti che si sono occupate di stilare il rapporto – hanno calcolato l’indice di circolarità dello Stivale, ossia un valore che indichi appunto quanto sia avanzata l’economia circolare di un determinato paese. I parametri di cui questo indice è composto sono produzione, consumo, gestione dei rifiuti, materie prime e innovazione e investimenti: l’Italia è tra le nazioni che generano i più alti valori economici per unità di consumo di materia, tutto a fronte di consumi molto bassi.

Bene anche quando si parla di riciclo di rifiuti urbani e occupazione nel settore dell’economia circolare, entrambi campi in cui l’Italia si trova sopra la media europea.

L’economia circolare

Ma cosa si intende con esattezza per economia circolare e perché è così importante investire in questo ambito? Bisogna capire che questo concetto che suona così strano corrisponde ad uno scatto concettuale rispetto al modo di vivere produzione e consumi che ha avuto l’uomo nell’era moderna, votato allo sfruttamento indiscriminato delle risorse del pianeta.

Con l’economia circolare, invece, si vuole passare ad un modello che comporti condivisione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e di ciò che viene prodotto, allungando quindi il ciclo di vita delle materie prime in maniera, appunto, circolare.

I vantaggi che l’impiego di questo modello comporta vanno prima di tutto a beneficio del pianeta: si può ad esempio ridurre l’emissione di CO2 prodotta da impianti di produzione energetica, attività industriale e trasporti, i cui valori hanno ormai raggiunto livelli critici causando il surriscaldamento globale, così come grazie all’economia circolare si può intervenire sull’inquinamento atmosferico e dei mari, questi ultimi grazie ad un diverso smaltimento e utilizzo della plastica.

Vantaggi e consigli per le imprese

Non solo l’ambiente, l’economia circolare può giovare anche all’attività imprenditoriale italiana se sfruttata a dovere. Il Parlamento Europeo afferma infatti che l’impiego del modello di economia circolare permetterebbe alle imprese del Vecchio Continente – e quindi anche a quelle italiane – di avere un risparmio netto di 600 miliardi di euro, che corrispondono all’8% del fatturato annuo delle aziende; il tutto, ovviamente, a braccetto con la riduzione delle emissioni di gas serra.

Senza considerare poi l’impulso positivo che dà all’immagine e al brand di un’impresa il suo impegno nella sostenibilità ambientale. Come applicare questo modello? Ecco qualche suggerimento pratico.
– Sfruttare energia pulita in ufficio. Il primo step verso l’economia circolare è sottoscrivere un’offerta di energia elettrica che sia 100% green e pensata per le aziende e che consenta di sfruttare quindi elettricità prodotta da fonti rinnovabili. Spesso così facendo si riesce anche ad ottenere un risparmio grazie ai tanti incentivi esistenti.
– Incoraggiare lo smart working. Far lavorare i dipendenti da casa significa limitarne gli spostamenti con mezzi propri e quindi avere un impatto sulle emissioni di gas serra che inevitabilmente i veicoli comportano.
– Spingere al riciclo dei materiali e all’acquisto di dispositivi ricondizionati. Anche questa è l’applicazione perfetta dell’economia circolare: riciclare i rifiuti che si producono e acquistare dispositivi come tablet o pc non nuovi ma ricondizionati, in modo da dar loro nuova vita e risparmiare.

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