Dopo la “fase 1” dell’emergenza Covid, infermieri sul piede di guerra: “Ora lo Stato mantenga le promesse”

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Il Nursind è la più grande rappresentanza sindacale degli infermieri italiani e in questi giorni sta organizzando manifestazioni in tutte le piazze italiane: Torino, Ancona, Firenze, Genova, Milano, Bologna, Perugia, Pescara, fino a Bari e Palermo.

Proprio oggi, lunedì 8 giugno, dieci camion lunghi dieci metri hanno formato una carovana lunga cento metri che sta percorrendo le vie del centro di Torino (dopo essere partita nella mattinata da Porta Nuova), attraversando le strade e i corsi più importanti della città, mentre domani, martedì 9, sfilerà davanti a tutti gli ospedali del capoluogo piemontese.

I dieci mezzi mostrano una vela di 6 metri per 3 che ha lo scopo di ricordare alle istituzioni quanto promesso alla categoria degli infermieri, onorando un impegno preso anche con i cittadini italiani.

«Non ci interessano bonus e premialità che pure sarebbero dovuti arrivare – comunicano dal Nursind -, chiediamo di poter rivedere la nostra struttura contrattuale, le nostre condizioni di lavoro per riconoscere e valorizzare la professione, garantire la tutela dei diritti che devono essere esigibili anche per noi, oltre ad esigere un’assistenza al cittadino sicura e dignitosa. In termini pratici, rivedere i nostri stipendi e le nostre indennità, rivedere le norme che regolano il nostro rapporto di lavoro attraverso una contrattazione separata dal comparto sanità, vista la peculiarità e la specificità della nostra professione, rivedere le dotazioni organiche e le modalità organizzative».

Il primo flash mob organizzato dal Nursind proprio a Torino il 20 maggio scorso ha innescato una serie di proteste in tutte le piazze Italiane segno che, evidentemente, la misura è colma.

«Non ci fermeremo qua – concludono dal sindacato -, daremo degna rappresentanza agli infermieri italiani, il cui valore non è mai stato riconosciuto nonostante quello che hanno fatto oggi, facevano ieri e faranno domani».

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