Ieri mattina, davanti al consultorio pubblico di via Caraccio 4 a Biella, si sono incontrate, per un flash mob, le donne dei sindacati CGIL e UIL, le Democratiche Biellesi, le associazioni VociDIDONNE, Le Parole fucsia, Donne Nuove, Non sei sola, Underground e tante altre persone, cittadini, operatori per protestare contro l’ennesimo tentativo ideologico da parte della giunta di centrodestra che governa la Regione Piemonte di mettere in discussione una Legge delle Stato, la 194, fortemente voluta dalle donne per esigere il diritto ad una maternità responsabile e consapevole.
«Ci siamo trovate per difendere la salute riproduttiva delle donne, per il rispetto e la piena applicazione della Legge 194, per un’adeguata assunzione di lavoratrici e lavoratori nella sanità pubblica a garanzia dei servizi, per l’autodeterminazione e il rispetto dei diritti delle donne. Non ci stancheremo mai di ripetere, che le libertà delle donne, il rispetto dei loro diritti, sono il metro di misura della democrazia e della civiltà di un Paese», affermano le organizzatrici del flash mob.
«In tutti i territori piemontesi – continuano – abbiamo avviato una mobilitazione insieme sindacati e associazioni per ribadire i nostri diritti e continueremo a protestare e a scendere in piazza portando il nostro dissenso ma anche le nostre proposte. Da tempo la giunta piemontese e il suo assessore di FDI Marrone portano avanti una linea ostruzionista e oscurantista, e lo stanziamento di 400mila euro al fondo “Vita nascente” è l’ennesimo attacco ideologico contro le donne: denaro pubblico che deve essere reinvestito nei consultori. Chiediamo che i fondi vengano stanziati per garantire un buon funzionamento delle strutture pubbliche e come tali laiche, garantendo percorsi corretti per l’IVG farmacologica nei consultori, la fornitura di contraccettivi gratuiti ai giovani e alle giovani sotto i 26 anni. Chiediamo investimenti per assumere più personale per poter garantire l’applicazione della Legge 194 in tutta la sua interezza affinché possano essere incrementati interventi mirati all’educazione sessuale e alla genitorialità».
In conclusione: «Chiediamo di mettere al centro la salute delle donne, di investire a favore dei consultori per assumere personale adeguato e preparato perché tornino ad essere il luogo a cui rivolgersi per prevenzione, informazione, ascolto, contraccezione, supporto nella maternità, visite mediche, ostetriche, accompagnamento nella gravidanze e anche luoghi in cui poter scegliere di interrompere la gravidanza. Consultori come luoghi, non solo di prevenzione e cura, ma di aggregazione, di presa di coscienza dei propri bisogni e dei propri diritti. È importante partire dal rispetto della persona e dal diritto di ogni donna di poter scegliere. Le donne non accettano di tornare indietro. Noi non arretreremo!»