Destra biellese allo sbando per il PNRR. FdI fa quadrato intorno a Zappalà, non chiede scusa e si permette anche di minacciare…

0

Questa volta non si può chiedere l’aiuto del Var, non c’è appello. Abbiamo perso i soldi del PNRR. Punto. E li abbiamo persi tutti, come collettività. Non ci sono santi. Le responsabilità sono chiare, evidenti. Abbacinanti, addirittura.

Il sindaco Claudio Corradino, con un atto dovuto ma per nulla scontato, ha chiesto scusa ai biellesi assumendosi le colpe di altri. Lui, in effetti, aveva il compito di controllare, e non lo ha fatto, o almeno non abbastanza. Ma nemmeno si può sempre imputare al primo cittadino ogni deficienza, ogni lacuna. Una voragine enorme, in questo caso.

Perché chi ha CLAMOROSAMENTE “ciccato” la palla è il “superassessore” di Fratelli d’Italia Davide Eugenio Zappalà. Sua è la delega ai Lavori Pubblici, suo l’assessorato più direttamente coinvolto nella mancata presentazione di uno straccio di progetto per tentare di racimolare qualche milione di euro dal PNRR.

Il suddetto Zappalà di scusarsi non si è nemmeno lontanamente preoccupato. Men che meno di tornarsene a casa, con un colpo di reni dettato da dignità e amor proprio, prima ancora che dalla vergogna per aver fallito un appuntamento con la storia, che, per inciso, non si ripeterà.

Anzi, l’arroganza è l’indecenza di quella parte politica si raggruma nella MINACCIA che campeggia su Eco di Biella in edicola oggi, là dove si palesa l’eventualità che siano proprio i fratellini biellesi di Giorgia Meloni ad aprire una crisi di giunta, a fronte delle dichiarazioni del primo cittadino che, dopo le scuse e l’assunzione di responsabilità, ammette che la sua squadra, in questa composizione, non può andare avanti, e che a breve ci sarà un “rimpasto” (peraltro, a suo dire, già previsto a far data dal mese di settembre).

Ci rendiamo conto? Questi non solo si guardano bene dal chiedere scusa (ché per loro excusatio non petita, accusatio manifesta) prima di tutto ai loro elettori, e poi a tutti i cittadini del capoluogo laniero. La sconfitta, a ben vedere, è di tutto il territorio. Perdiamo tutti, indipendentemente dai colori, dal credo politico e dal tifo.

Poi, c’è quel sentimento, individuale e collettivo, che risponde al nome di DECENZA. A qualcuno difetta.

Condividi:

Commenti chiusi