Decreto Ristori. Confesercenti del Biellese: “Bene ma non benissimo, dimenticati alcuni codici Ateco”

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“Decreto Ristori”, bene ma non benissimo. Mancano all’appello alcuni codici Ateco, tra i quali, ad esempio, quelli dei negozi di calzature per adulti e quelli degli agenti di commercio, in particolare della filiera che serve ristorazione e somministrazione.

A segnalare le lacune presenti nel decreto è Confesercenti del Biellese che, sulla scia di un’interessante intervista rilasciata a RaiNews24 Economia da Patrizia De Luise, presidente nazionale dell’Associazione di categoria, auspica che si riesca ad inserire le categorie escluse dagli aiuti del governo nel novero di quelle già individuate, poiché tutte sono penalizzate dalla nuove restrizioni anti contagio.

«In questi giorni ci siamo messi al lavoro per fornire una corretta informazione alle nostre imprese – spiega Lorella Bianchetto, direttore di Confesercenti del Biellese – e subito ci siamo accorti che sono stati tralasciati alcuni codici Ateco ma, al di là di questo, crediamo che sia da superare la logica di questi codici. Facciamo un esempio, per capirci: tra i nostri associati ci sono panetterie che hanno anche un servizio caffetteria. Bene, hanno dovuto chiudere la caffetteria, mentre possono tranquillamente vedere il pane. Peccato, però, che il codice Ateco venga considerato sulla base dell’attività prevalente, che in questo caso è la panetteria. Per cui questi esercizi rischiano di essere completamente esclusi dai ristori».

Stesso discorso vale, ad esempio, per le librerie con annesso servizio bar. Anche in questo caso, l’attività prevalente è quella della libreria, che è consentita, ma dai dati raccolti al termine della prima settimana di lockdown cosiddetto “soft” è emerso che gli esercizi ancora aperti stanno lavorando al 10% delle loro possibilità. Ecco perché è impensabile che le categorie “dimenticate” dal decreto vengano escluse dalle misure di sostegno.

«Tutti i giorni inviamo mail alla nostra sede nazionale per segnalare le situazioni di criticità e i buchi della normativa – continua la direttrice di Confesercenti del Biellese -. I decreti sono scritti male, per leggerli in modo corretto è necessario andare a rispolverare quelli precedenti ed è un lavoro che porta via tantissimo tempo ed energie. Per fortuna, una grossa mano ce la danno i nostri associati, che a loro volta ci propongono i loro quesiti dopo aver letto le nuove norme. La cosa positiva è che l’interlocuzione con il governo è aperta, c’è una cabina di regia che funziona e recepisce le nostre istanze. Quindi continueremo nella nostra attività di sostegno agli associati, invitandoli a non esitare nella segnalazione di problemi legati al “Decreto Ristori”. Ognuno deve fare la sua parte, noi come associazione di categoria, ma anche i commercianti nel segnalarci eventuali sviste e omissioni».

«Come dice la nostra presidente nazionale, prima di tutto viene l’emergenza sanitaria, poi, però, bisogna ricordarsi di noi e aiutarci a ripartire con delle misure che non siano solo dei provvedimenti spot, una tantum, ma qualcosa di più strutturato. A partire dal cuneo fiscale, per arrivare al costo del lavoro. Tra le altre cose, il Covid ha generato tutta una serie di sospensioni di pagamento, con una somma di rate e ratine che vanno ad accumularsi. Qualcosa bisogna togliere, altrimenti non ce la si fa, perché gli aiuti pubblici non sono sufficienti. Per troppo tempo gli autonomi sono stati lasciati soli, oggi, indipendentemente dall’emergenza sanitaria, è necessario che queste situazioni vengano sanate. Non certo con elargizioni a pioggia ma con un’equa politica di distribuzione delle risorse», conclude Lorella Bianchetto.

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