Ddl regionale di riforma della medicina territoriale. Non è che il duo Cirio-Icardi sta per partorire un altro topolino?

0

Il duo Cirio-Icardi, probabilmente secondo solo all’ineffabile coppia Fontana-Gallera, ha presentato alcuno giorni fa una proposta di legge regionale per la “riforma della medicina territoriale”. Roba grossa, insomma. Almeno a giudicare dal sostantivo “riforma”.

In realtà, siccome non vogliamo arrogarci competenze tecnico-organizzative, che evidentemente non abbiamo, pare che, per gli addetti ai lavori, ancora una volta la montagna abbia partorito il famigerato topolino…

«La sanità piemontese si regge su due gambe – sottolinea il presidente Cirio nel comunicato stampa diffuso dalla Regione -. La nostra rete ospedaliera, un sistema eccellente da valorizzare e potenziare a partire dal personale sanitario […]. E, poi, la medicina di territorio, cioè la grande criticità di cui la pandemia ci ha mostrato la debolezza, fatta però di medici e pediatri di valore che vanno sostenuti e potenziati. Se in Piemonte ospedalizziamo il doppio rispetto alle altre regioni è perché manca il filtro territoriale che permette le cure a casa. Per questo, oggi che la morsa della seconda fase dell’emergenza ci permette di allentare leggermente la presa, dobbiamo alzare la testa e proseguire nella riforma di questo sistema, per ricostruire ciò che in decenni è stato smantellato. Dalla crisi che stiamo vivendo nasce la possibilità concreta di cambiare il volto della sanità piemontese, restituendo ad ogni cittadino il diritto alle migliori cure in ogni momento della sua vita».

Il ragionamento del governatore non fa una piega, occorre sottolinearlo. Nella stessa misura in cui alla Regione Piemonte va riconosciuto il merito di aver stanziato su questa partita ingenti risorse di bilancio.

Poi arriva Icardi, con la stessa leggerezza di un elefante in un negozio di cristalli (il marchio Lega è impresso a fuoco, e quando meno te lo aspetti, taaac… eccolo, salta fuori con tutto il suo imbarazzante peso propagandistico: «È il primo rivoluzionario passo di un ampio progetto di ricostruzione della medicina territoriale regionale, che riporta la Medicina Generale al centro della programmazione sanitaria sul territorio. La “medicina di gruppo”, caratterizzata da una sede unica, garantisce un maggior livello e una maggiore appropriatezza delle prestazioni erogate rispetto all’attività non in associazione, in particolare per il trattamento della cronicità e dei casi acuti di primo livello, nonché la continuità dell’assistenza e delle cure anche attraverso modalità di integrazione professionale tra medici. Con l’estensione dei modelli di lavoro multidisciplinare e multiprofessionale in rete, vogliamo garantire l’uniformità assistenziale a tutti gli assistiti del Piemonte, superando differenze territoriali ed organizzative». 

Un passo talmente rivoluzionario da essere letteralmente demolito e smontato pezzo per pezzo dal dottor Dario Amati, geriatra al “Degli Infermi” e referente sindacale di Anaao Assomed. In un post sulla sua bacheca Facebook, il medico biellese commenta così la “rivoluzione copernicana” del duo Cirio-Icardi: “E così il nostro Albertone regionale dopo un periodo di basso profilo determinato dalla catastrofe piemontese per la gestione della pandemia, ricomincia con gli annunci roboanti e pubblica quattro slides prive di ogni fondamento pratico su quello che lui pensa essere il futuro della medicina territoriale in Piemonte. Per me che sono un geriatria, che ho speso parte della mia formazione nel “grande” servizio di ospedalizzazione a domicilio delle Molinette, vedere la pochezza della programmazione sanitaria, ingenera una profonda tristezza e scoramento”.

“La medicina territoriale dovrebbe essere fondata sulla transmuralità tra ospedale e territorio – continua Amati -. Il paziente spesso anziano e fragile, ma non solo, può essere seguito a domicilio solo investendo personale, tecnologia e diagnostica di base, direttamente a casa. Le fasce di intensità assistenziali dovrebbero poi determinare i setting di cura mmg, dh, OaD (ospedalizzazione a Domicilio) all’interno di un progetto di presa in carico dei problemi della persona. Sicuramente il ruolo dei mmg (medici di medicina generale) e pls (pediatri) è centrale ma il loro ruolo nel Ssn va profondamente rivisto, anche contrattualmente. Mi chiedo se la regione abbia consultato tutte le figure professionali, anche i medici specialisti prima di partorire questo topolino… Mi spiace non ci siamo proprio”.
Tirando le somme, idea assolutamente corretta, quella di potenziare la medicina territoriale (se ne parla in tutto il Paese da Nord a Sud e viceversa) ma sulla realizzazione pratica, ancora sulla carta in questa fase, la rutilante coppia di outsider piemontesi può fare di meglio. Sempre partendo dall’assioma secondo cui le vette raggiunte dagli omologhi lombardi sono comunque inarrivabili…

Condividi:

Commenti chiusi