Da oggi, mercoledì 1° settembre, scatta l’obbligo del green pass su treni, traghetti e arei, mentre nei giorni scorsi si sono registrati pericolosi atti di violenza da parte dei contestatori, frange di popolazione organizzata, sovversiva (come l’ha pubblicamente definita l’infettivologo Matteo Bassetti) che si ribella sia alla certificazione verde che al vaccino anti Covid.
Sulla questione, nel pomeriggio di ieri è intervenuto anche il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, il cui nome era comparso su una chat di no vax che istigavano alla violenza: «Non sono le minacce che mi spaventano, ma sapere che, nonostante tutto quello che abbiamo vissuto e affrontato, c’è ancora chi confonde il nemico da combattere. E il nemico è il Covid, non certo chi dentro e fuori la corsia di un ospedale mette la propria vita a repentaglio per salvarne un’altra. Né le istituzioni, che con ogni sforzo possibile stanno fronteggiando l’onda d’urto di questa pandemia. O gli organi di informazione, che questa emergenza cercano di raccontarla».
«Mi spaventa sapere che ci sono persone che non potrò aiutare, perché non vogliono essere aiutate – ha aggiunto Cirio (foto qui accanto) -. Che concentrano le loro energie sul bersaglio sbagliato. Che minacciano senza rendersi conto che le vere minacciate sono loro. Basta guardare i ricoveri nelle terapie intensive per capire quanto il vaccino ci protegga, perché il 75% di chi in questo momento si ammala gravemente non si è vaccinato. Per cui io non arretro di un millimetro. Vado avanti con l’orgoglio di guidare una regione che ha messo tutta se stessa in questa campagna vaccinale, rendendola una delle migliori in Italia. So di essere dalla parte del giusto, perché la parte del giusto è quella della scienza, della medicina e soprattutto dei risultati».
«Avere dei timori verso ciò che non conosciamo o per qualcosa di nuovo, inclusi un virus subdolo e il vaccino che vuole sconfiggerlo, è umano. Perché la paura fa parte dell’uomo. E l’abbiamo sperimentata tutti in questa emergenza. L’ho provata io. L’hanno provata i nostri medici, i nostri infermieri, i nostri operatori sanitari. L’ha provata ogni onesto lavoratore. Ogni famiglia. Ma ora dobbiamo avere fiducia nella capacità straordinaria che gli esseri umani hanno di mettere la loro genialità a servizio della scienza e della vita. Ci è stata data una via d’uscita, usiamola», ha concluso il presidente del Piemonte.
Nelle stesse ore, l’ex ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina (foto accanto), sempre via social, ha subito una sequela di nuove minacce di morte. Il giorno prima la parlamentare del M5S aveva scritto un post che non è piaciuto ai leoni da tastiera attestati sulle posizioni no green pass/no vax: “Prof. Bassetti minacciato sotto casa, un giornalista picchiato, un dirigente scolastico minacciato con un proiettile, il gazebo del M5S distrutto. Non c’è niente che possa giustificare simili violenze. Tutte le parti politiche, nessuno escluso, dovrebbero prendere le distanze”.
Da quel post, sulla pagina Facebook dell’ex ministro sono piovute minacce: “Non sarò soddisfatto fino a quando non avrete paura a prendere sonno”; “Vi vogliamo morti”; “…e nessuno che abbia preso te a mazzate”; “Manchi solo tu”; “Vi impaleremo tutti”; “i proiettili fanno paura quando li senti cantare vicino”; “…a testa in giù”, sono solo alcuni dei vergognosi commenti che si possono leggere tra i quasi 10mila postati. C’è anche una minaccia “in vernacolo” siciliano: “Luciuzza… fussi megghiu ca ti stassutu muta. Ca cu picca parra, picca si penti” (Luciuzza… sarebbe meglio che stessi muta. Che chi poco parla, poco si pente).