Da quando, con l’ultima ordinanza ministeriale firmata da Roberto Speranza, il Piemonte è stato inserito in “fascia rossa”, i familiari dei detenuti non possono più effettuare visite ai loro congiunti ristretti all’interno degli istituti di pena.
L’impossibilità di colloqui in presenza ha portato le direzioni delle case circondariali ad autorizzare, in sostituzione degli incontri in presenza, videochiamate tramite WahtsApp e colloqui telefonici in misura maggiore rispetto a quanto previsto dall’ordinamento penitenziario.
Biella non fa certo eccezione. La stessa situazione, peraltro, si era già verificata durante il lockdown della scorsa primavera.
Le videochiamate sono effettuate con telefoni cellulari forniti dal dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria alle direzioni nello scorso mese di marzo, e non hanno costi a carico della popolazione detenuta.
Al contrario, i colloqui telefonici sono a carico dei detenuti. Ecco perché la direzione della casa circondariale di via Dei Tigli, in collaborazione con il Tavolo carcere e la garante dei detenuti Sonia Caronni, che hanno promosso l’iniziativa, ha aperto una raccolta fondi da destinare alla copertura di queste spese.
Con i soldi raccolti in questo modo, esattamente com’era avvenuto durante la prima ondata Covid, l’Amministrazione carceraria ha individuato i detenuti non abbienti e destinato loro una somma da utilizzare per effettuare le telefonate ai parenti.
Con un apposito comunicato stampa la direzione della casa circondariale di Biella ha sottolineato come tale iniziativa sia da considerarsi esclusivamente alla stregua di un segnale di solidarietà, nella stessa misura in cui l’Amministrazione penitenziaria centrale ha attivato negli istituti di reclusione, sensibilizzando la popolazione detenuta, una raccolta dei generi alimentari da donare all’esterno in occasione della Giornata nazionale del banco alimentale (ultimo sabato di novembre).
