Covid. Conte annuncia le misure del nuovo DPCM: un mese di mini lockdown per salvare salute ed economia

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«Gestire la pandemia significa permettere al nostro Sistema sanitario di offrire una risposta efficace, garantire cure, ricoveri adeguati a tutti i cittadini. Significa anche scongiurare un secondo lockdown generalizzato come quello che è avvenuto in primavera. Il Paese non può più permetterselo. Significa anche tutelare la salute ma al contempo preservare l’economia. Dobbiamo evitare di ritrovarci nella condizione di dover scegliere tra l’una o l’altra, dobbiamo fare il possibile per proteggere insieme salute ed economia», con queste parole il premier Giuseppe Conte ha aperto la conferenza stampa di oggi, domenica 25 ottobre, che ha illustrato le nuove restrizione in vigore dalla mezzanotte.

Come previsto, bar, pub, gelaterie, pasticcerie e ristoranti chiuderanno alle 18 compresi i festivi (dopo quell’ora sono consentite le consegne a domicilio e l’asporto). Nei ristoranti, ai tavoli non più di quattro persone, salvo che si tratti di nuclei familiari più numerosi. Vietato consumare cibi e bevande nelle strade e nelle piazze pubbliche dopo le 18.

Chiudo palestre, piscine, centri benessere e centri termali. Serrande giù anche per sale gioco, bingo e parchi di divertimento. Idem per quanti riguarda teatri, cinema, sale da concerto, ma questa «decisione è stata particolarmente sofferta, tra le altre», ha sottolineato il Presidente del Consiglio dei Ministri. Restano aperti, invece, i musei.

Non sono consentiti i festeggiamenti legati a cerimonie civili e religiose. Convegni e congressi sono permessi nella sola modalità a distanza. Tutte le fiere sono sospese, comprese quelle di rilievo nazionale e internazionale.

Sono sospese anche tutte le competizioni a carattere sportivo, tranne quelle professionistiche a livello nazionale. Per quanto concerne l’attività sportiva di base, continuerà solo quella degli sport senza contatto e comunque al di fuori di palestre e piscine.

Per le scuole secondarie di secondo grado, viene incrementata la didattica a distanza, almeno nella misura del 75%. Viene incentivato ulteriormente il ricorso allo smart working nella Pubblica Amministrazione ed è fortemente raccomandato anche nelle aziende private. Obiettivo dichiarato di queste ultime due misure è quello di alleggerire il trasporto pubblico.

«Non abbiamo introdotto un coprifuoco – ha evidenziato Conte -, è una parola che non amiamo, ma rivolgiamo una forte raccomandazione a tutti: bisogna muoversi solo per motivi di lavoro, salute, studio e necessità. E raccomandiamo anche di non ricevere a casa persone che non facciano parte del nucleo familiare».

Sono già state approvate anche le misure economiche per ristorare le attività imprenditoriali colpite da questo ulteriore giro di vite: il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha previsto contributi a fondo perduto e credito d’imposta per gli affitti delle attività commerciali nei mesi di ottobre e novembre. Cancellata la seconda rata IMU e prorogate le misure a sostegno della cassa integrazione. I fondi saranno bonificati dall’Agenzia delle Entrate direttamente sul conto corrente del richiedente o avente diritto.

È stata istituita un’indennità una tantum per i lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo, oltre che per i lavoratori intermittenti dello sport. Un mese di reddito d’emergenza anche per gli addetti alla filiera agro-alimentare.

«Se in questo mese di novembre rispetteremo tutti queste nuove norme, riusciremo a tenere la curva epidemiologica sotto controllo e ad allentare le misure, e ad affrontare dicembre e, ci auguriamo, le festività natalizie con maggiore serenità. L’Italia è un grande Paese, l’ha dimostrato ancora una volta la scorsa primavera, quando si è ritrovata ad affrontare la fase più acuta della prima ondata di pandemia. Ce l’abbiamo fatta allora, e ce la faremo anche adesso. Un Paese che è grande una volta, deve essere grande sempre», ha concluso Conte.

Il tutto in attesa delle prime dosi di vaccino che dovrebbero arrivare entro dicembre e verranno distribuite tra le categorie sociali più fragili e agli operatori sanitari che sono indubbiamente più esposti al pericolo Covid.

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