Covid-19. Giovani Dem accendono “l’occhio di bue” sulle criticità che emergono dal mondo universitario

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L’emergenza sanitaria da Covid-19 ha una serie enorme di implicazioni e ricadute su tante sfaccettature della vita sociale ed economica del nostre Paese. Molte di queste sono sotto gli occhi di tutti e sono illuminate dal potente “occhio di bue” dei media nazionali. Altre, invece, sono meno note ai più e rischiano di rimanere sottotraccia, confinate alla comunità di appartenenza: in questo caso, il mondo universitario. In particolare, sul versante degli studenti.

Ad accendere i riflettori sono i Giovani Democratici, che pongono l’accento sulle disuguaglianze, anche tra i giovani, anche tra gli studenti, sopratutto se si riflette su quella vasta platea di universitari che frequenta gli atenei come pendolari o fuori sede. E nel Biellese sono tanti.

Le criticità segnalate dai giovani dem per garantire il diritto allo studio, come previsto e tutelato dalla nostra Carta Costituzionale, sono diverse.

“Il punto più urgente – scrivono – è la rimodulazione delle rate non pagate delle rette universitarie sulla base delle attuali fasce ISEE, allargando la no tax area alle fasce inferiori e riducendo proporzionalmente il contributo dovuto a chi ha una situazione reddituale-patrimoniale inserita nelle fasce superiori; così facendo, verrebbe preservato il principio di progressività, ottenendo un intervento equo tempestivo e allo stesso tempo meno oneroso per i bilanci dello Stato”.

Poi ci sono le borse di studio, e segnatamente quelle calcolate sulla base della situazione economica degli studenti. La richiesta al governo è quella di garantirle a tutti gli studenti universitari che già avevano il diritto di riceverle, indipendentemente dal raggiungimento di qualsiasi criterio meritocratico. “Bisogna anche considerare la complessità non indifferente di mantenere un profitto accademico costante in tempi di incertezza come quelli correnti, nei quali molte sessioni di esami sono state o verranno cancellate, tenendo presente anche il periodo di adattamento agli innovativi metodi di distance learning, necessario sia per gli insegnanti sia per gli studenti stessi”.

Quindi, c’è il problema delle locazioni: “È necessario un intervento statale per alleviare la pesante situazione degli studenti universitari fuori sede e pendolari che hanno in essere contratti di locazione con proprietari privati nelle città sedi degli atenei, e/o che hanno in essere abbonamenti per il trasporto pubblico per recarsi nelle stesse. Pertanto, i soggetti contribuenti o nuclei familiari che hanno pagato un canone di locazione o contratto di affitto per esigenze abitative dovranno poter ottenere un’agevolazione fiscale e sottrarre dall’IRPEF parte della spesa sostenuta durante il 2020, con una detrazione pari al 60% dell’importo.

Infine, per gli studenti fuori sede e/o pendolari che abbiano in essere un abbonamento per il trasporto pubblico acquistato per raggiungere le sedi universitarie, “proponiamo l’allungamento della validità dell’abbonamento di sei mesi, o l’emissione di un buono, spendibile presso la stessa agenzia di trasporto che ha emesso l’abbonamento, pari ad almeno il 30% del valore dello stesso”.

Tutti temi, quelli toccati dai Giovani Democratici, che meritano in ogni caso attente riflessioni e seri approfondimenti, al di fuori delle logiche di partito e/o appartenenza politica, perché su questi temi, piaccia o meno, si gioca una partita importante: quella che vede in campo la generazione che tra non molti anni diventerà, fatalmente, classe dirigente di questo Paese.

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