Covid-19 e rete 5G. I medici di ISDE Italia hanno scritto una lettera aperta al premier Conte

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Ovviamente agli italiani nessuno ha detto nulla, ma pare proprio che nelle pieghe del decreto “Cura Italia” ci sia non una breccia ma una voragine che concede “pieni poteri” a chi si occupa dell’implementazione di una tecnologia di cui si sa ancora veramente troppo poco: il 5G.

O meglio, si conoscono, in realtà, solo i benefici che derivano da questa nuova rete, che potenzia la velocità di trasmissione dei dati a livello planetario, oltre a permettere di controllare a distanza una vasta congerie di dispositivi, tanto da essere stata ribattezzata “internet delle cose”; molto meno noti, al contrario, sono gli eventuali nocumenti alla salute dell’uomo, proprio nel bel mezzo di una pandemia, che, almeno a parole, più di una volta e in varie parti del mondo, ha convinto i politici a restituire la giusta centralità al concetto (nonché diritto, si veda l’articolo 32 della nostra Costituzione) di salute.

Prima la salute pubblica, si è detto, poi l’economia. Che bello! Ma è poi veramente così?

Se lo è sicuramente per quanto riguarda la pandemia da Covid-19, non si può certo affermare che lo sia anche per il 5G. Infatti, è di pochi giorni fa una missiva inviata al premier Giuseppe Conte, e ai ministri Roberto Speranza (Salute) e Sergio Costa (Ambiente) dai medici di ISDE Italia, ovvero l’Associazione Italiana dei Medici per l’Ambiente.

Medici, gente!, non comuni cittadini, non beceri e impenitenti complottisti, non sediziosi creatori di fake news sui social. MEDICI!

E cosa chiede al Presidente del Consiglio dei Ministri, e ai ministri di cui sopra, questo manipolo di coraggiosi? Chiede la moratoria del 5G. Già, perché come dicevamo pocanzi, nelle pieghe del “Cura Italia” si annida l’articolo 82 che preoccupa molto questi MEDICI, laddove si autorizzano le compagnie di telecomunicazioni allo “svolgimento di ogni utile iniziativa per potenziare le infrastrutture di comunicazioni elettroniche”.

“La nostra preoccupazione – continuano gli scriventi – è che, grazie a tale autorizzazione, si stia concedendo alle multinazionali delle telecomunicazioni un potere quasi illimitato, che porterà alla implementazione della tecnologia 5G. Sul punto, si sottolinea la tendenza predatoria già ora messa in atto da parte delle compagnie telefoniche a procedere con la espropriazione di terreni, con la modifica unilaterale (al ribasso) dei contratti in corso o con atteggiamenti ricattatori, senza che vi sia la possibilità per le controparti di difendersi a causa della temporanea ‘chiusura’ dei Tribunali per il contenzioso ordinario”.

E continuano: “Gli ultimi sviluppi dell’operazione 5G permettono di rilevare, ancora una volta, che si continua a non attribuire alle informazioni scientifiche oggi disponibili il giusto rilievo al fine di orientare le decisioni verso la migliore e doverosa tutela possibile della salute pubblica […]. I rischi per la salute da radiofrequenze, anche se più subdoli e spalmati sul lungo periodo, pur essendo documentati sono forse degni di minore attenzione di quelli che comporta il Coronavirus? […] Pur non essendo stata eseguita alcuna sperimentazione relativa agli impatti sulla salute umana del 5G, questa tecnologia viene portata avanti senza alcuna esitazione” (il grassetto non lo abbiamo inserito noi, è nella lettera).

“Eppure – sostengono i Medici per l’Ambiente – esistono già diversi documenti che imporrebbero una riflessione: ricordiamo l’Appello degli Scienziati per la Moratoria del 5G alla Commissione Europea, sottoscritta da 164 scienziati e medici e da 95 organizzazioni non governative, secondo i quali il 5G aumenterà l’esposizione a radiazioni da radiofrequenza oltre a quelle già in uso del 2G, 3G, 4G, Wi-Fi, con un conseguente rischio per la salute umana e per l’ambiente”. E questo è solo il primo dei diversi documenti richiamati nella lettera.

“Ricordiamo inoltre che qualsiasi sperimentazione sull’Uomo senza preventivo consenso rappresenta una violazione del Codice di Norimberga, e ci risulta che siano già stati depositati esposti basati su tale ultima considerazione presso le competenti autorità sovranazionali proprio in merito al 5G”, chiosano i medici dell’ISDE.

Intanto, una piccola “nota di colore”. Ricordate l’articolo comparso su La Stampa del 6 marzo scorso a firma di Benedetta Parodi (lo avevamo citato anche noi)? Ebbene, è stato RIMOSSO. Dava terribilmente fastidio ad un deputato del M5S, tale Marco Bella, che deve aver talmente lavorato ai fianchi i vertici del giornale torinese da ottenere, alla fine, che l’articolo venisse ritirato e sostituito con un altro dal titolo vagamente agiografico “Perché abbiamo bisogno del 5G”… Come dire?, è tutto meraviglioso!

Attenzione a chi, nascondendosi dietro alla facile retorica del progresso per tutti, e millantando afflati filantropici, sulla partita del 5G ha comunque interessi economici infiniti. E ricordiamoci, così, incidentalmente, che il nostro governo ha già venduto le frequenze per 6.5 miliardi di euro. 

Tutto ciò, mentre da più parti torna a farsi strada la tesi, in un primo momento bollata come fake news, secondo cui il Coronavirus sarebbe stato creato in laboratorio. Ma questo, forse, è solo becero complottismo…

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