Covid-19. Biella: la maggioranza di Palazzo Oropa scrive a Conte, ma la minoranza non firma

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In quanto considerati nemici, è da mesi, ormai, che la segreteria provinciale della Lega (così come l’allegra conventicola dei loro alleati) non ci manda più i comunicati stampa. Nemmeno in quelle rare occasioni in cui ci sarebbe da far sapere alle nostre lettrici e ai nostri lettori che – incredibile, ma talvolta succede -, sono addirittura riusciti a partorire qualche lodevole iniziativa per il territorio.

Al contrario, e ne diamo atto al sindaco Corradino, abbiamo sempre ricevuto i comunicati stampa della Città di Biella.

Succede così che le destre unite e quel poco di centro che ancora resta abbarbicato alle loro fortune transeunti abbiano deciso di scrivere al governo per far sentire la loro periferica richiesta di “udienza”.

Quindi, con un paio di giorni di ritardo, dopo averla ottenuta per vie traverse (in questo consiste il ricatto morale del centrodestra biellese: se vuoi una notizia, o la copi dagli altri o comunque te la cerchi per conto tuo, ma noi non te la diamo!) pubblichiamo la lettera inviata dalla maggioranza che occupa i banchi di Palazzo Oropa al premier Giuseppe Conte.

Si tratta in buona sostanza di un documento redatto con intenti propositivi e per sottolineare la necessità di “liquidità per poter continuare a garantire un’amministrazione efficiente e risposte adeguate alle richieste e alle legittime preoccupazioni della cittadinanza”.

“L’attuale pandemia di coronavirus – si legge nel testo – provocherà una crisi economico-finanziaria che seguirà a quella socio-sanitaria in atto e che colpirà duramente anche gli enti locali, in particolare i Comuni molti dei quali rischiano il default. Minori entrate e maggiori oneri per far fronte all’emergenza rischiano di non permettere ai Comuni, i presidi più prossimi al territorio e più vicini ai cittadini, di garantire servizi e investimenti per opere di rilancio post-pandemia”.

Le proposte contenute nella lettera “rappresenterebbero un notevole aiuto non solo per il Comune di Biella ma per tutti i Comuni, affinché possano avere gli strumenti e le risorse per far fronte ai drammatici effetti del coronavirus e ai conseguenti devastanti riflessi sulle casse comunali”.

E, finalmente, la ricetta in tre proposte per ridare ossigeno all’azione di governo locale: 1) sospendere l’obbligo di accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità; 2) consentire l’utilizzo discrezionale dei fondi relativi a finanziamenti ottenuti e finalizzati alla realizzazione di progetti – consentendo di disporne per gli interventi ritenuti prioritari a prescindere dal loro originario vincolo di destinazione – al fine di consentire ai Comuni ed agli Enti socio-assistenziali di utilizzare con la necessaria discrezionalità ed elasticità somme già presenti nei propri bilanci; 3) consentire per quest’anno che l’intero importo versato dell’IMU (gruppo D) rimanga ai Comuni, al fine della creazione di un contributo a fondo perduto a favore delle micro e piccole imprese che abbiano registrato una perdita di fatturato relativo alla chiusura.

“I gruppi consiliari firmatari e propositivi, che rappresentano la maggioranza comunale di Biella, auspicano che sia intenzione del Governo dimostrarsi il più vicino possibile agli enti di maggiore prossimità con la popolazione e quindi con l’emergenza: i Comuni. L’Amministrazione Comunale sta facendo tutto il possibile per fronteggiare questa situazione straordinaria, ma ora urge un sostegno concreto ai Comuni, che non possono essere lasciati senza risorse in vista della fase 2 e poi della fase 3: serviranno azioni straordinarie e non possiamo né intendiamo negare servizi e interventi per i nostri cittadini”.

Pietro Barrasso

In calce alla missiva le firme sono di Lega – Salvini Piemonte, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lista Civica Corradino Sindaco. Il documento non è stato sottoscritto dalle minoranze consiliari.

«C’è un problema di forma e di sostanza – sottolinea Pietro Barrasso, Gruppo consiliare Biella al Centro -. Di forma, perché ci hanno girato la bozza solo due ore prima della Capigruppo, di fatto non lasciandoci nemmeno il tempo di formulare qualche eventuale proposta ulteriore o anche solo qualche modifica; di sostanza, perché riteniamo che le proposte formulate non siano né concrete né sostenibili. E soprattutto che non siano realizzabili nel breve periodo. Poi, cosa facciamo, ci sostituiamo all’Anci con queste tre proposte quando c’è un documento nazionale che ne contiene molte altre e abbiamo Roberto Pella che dell’Anci è il vice presidente? Avrebbe avuto più senso sottoscrivere tutti insieme quel documento, piuttosto che “correre da soli” rischiando così di perdere peso specifico rispetto ai tanti altri Comuni italiani che invece lo hanno firmato».

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