Confesercenti sul piede di guerra per la Tarip: “Recupero crediti? Si usi il ‘tesoretto’ del Comune di Biella per aiutare i commercianti”

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I commercianti associati a Confesercenti del Biellese sono nuovamente sul piede di guerra. Nei giorni scorsi, infatti, molti di loro hanno ricevuto una spiacevole telefonata da Cerved, società che si occupa di recupero crediti, su incarico di Seab spa. Ma se un’operazione di questo tipo ha sicuramente senso rispetto ai vecchi insoluti, ne ha molto meno (o non ne ha del tutto) per quanto concerne l’acconto Tarip 2020.

Esattamente un anno fa, fu proprio Confesercenti del Biellese a segnalare gli aumenti (+20%) dell’acconto 2020 rispetto all’anno precedente. Tutto questo prima che il coronavirus si abbattesse come uno tsunami sul Paese, e ovviamente anche sul nostro territorio. Con tutte le conseguente che ne sono derivate in termini di lockdown e contestuali chiusure.

Ma un negozio chiuso non produce rifiuti. Questa circostanza dovrebbe essere contemplata sia per il calcolo dalla parte fissa che di quella variabile della tariffa puntuale. Evidentemente non è stato così, forse anche in ragione della situazione contingente in cui versa Seab spa, e della procedura concordataria aperta per evitarne il fallimento.

A questo si aggiunga un altro dato che contribuisce a ricostruire correttamente la cronistoria della “vertenza”: nel mese di luglio dello scorso anno, la giunta Corradino approvò una delibera di indirizzo (approvata all’unanimità) nei confronti di Seab sulla base della quale si chiedeva al CdA della partecipata che il costo della raccolta rifiuti per il 2020 non superasse quanto già fatturato per il 2019, proprio a causa della sopraggiunta pandemia.

«I nostri associati, soprattutto ristoratori – spiegano Angelo Sacco e Michele Orsalla, presidente dell’associazione di categoria il primo e della Fiepet (Federazione italiana degli esercenti pubblici e turistici) il secondo -, sono stati contattati da questa società di recupero crediti per l’acconto del 2020 quando ancora non conoscono nemmeno il saldo dello stesso anno. L’anno della pandemia… Quello in cui molti esercizi sono rimasti chiusi per mesi interi o, comunque, a causa dell’emergenza sanitaria hanno lavorato e incassato meno degli anni precedenti. Poi c’è anche la questione della delibera di giunta del Comune di Biella, e gli aiuti che il governo Conte aveva inviato alle Amministrazioni per fronteggiare la crisi da Covid-19».

«A questo punto – conclude Angelo Sacco -, chiederemo ufficialmente al Comune di Biella, nella persona dell’assessore al Bilancio Silvio Tosi, che una parte del famoso tesoretto di cui abbiamo letto sui giornali venga destinata al sostegno degli esercenti per la Tarip, sulla base di un calcolo riferito ai giorni effettivi di chiusura. Quanto stanziato finora dall’Amministrazione Corradino per aiutare i commercianti a pagare la puntuale non basta certo a risolvere il problema. Intendiamoci, nessuno chiede di non pagare, si chiede solo di pagare il giusto».

Michele Orsalla, ha sottolineato, tra l’altro, come «la ristorazione biellese si è trovata a pagare delle cifre non congrue, più alte dalla media nazionale. Poi è arrivato la pandemia e, al pari di qualsiasi negozio sfitto o inutilizzato, ci sentiamo di dire che nel momento in cui siamo chiusi non è pensabile che non si venga assimilati ad esercizi commerciali che non esistono più e ci si chieda, invece, di pagare anche per i rifiuti che non abbiamo prodotto».

Emblematico è il caso di uno dei locali della movida biellese, il discopub Road Runner, che nel 2020 ha prodotto rifiuti solo per i primi due mesi dell’anno. Poiché da marzo ad oggi non ha più riaperto. Lo ha ricordato, nel corso di un’apposita conferenza stampa convocata online da Confesercenti del Biellese, il titolare del locale, Marco Lanza, che con il figlio gestisce anche la Cremeria del Piazzo (esercizio che nell’arco del 2020 ha tenuto la saracinesca abbassata per ben 115 giorni).

Vittorio Giordano, titolare dell’omonima pizzeria, si è sfogato chiedendosi: «Ma allora chi ha sempre pagato, come ho fatto io, è uno stupido?». Il riferimento, ancora una volta, è alla telefonata dei recuperatori che, di fatto, hanno messo sullo stesso piano chi aveva accumulato anni di debiti nei confronti di Seab spa e chi invece ha in arretrato il pagamento del solo, famigerato acconto 2020.

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