Confartigianato. Acconciatori ed estetiste lanciano l’allarme: in zona rossa impennata dell’offerta di operatori abusivi

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La zona rossa, verso cui sta scivolando tutta la Regione Piemonte, prevede la sospensione di tutte le attività considerate non essenziali. Tra queste sono incluse anche quelle legate al benessere (acconciatori ed estetiste), già pesantemente penalizzate dal primo lockdown, in quanto sono state le prime a chiudere e le ultime a riaprire. Ma c’è di più. Le imprese che offrono servizi alla persona svolgono un’attività fondamentale per il benessere psicofisico delle loro clienti, andando ad incidere non solo sugli aspetti estetici ma anche su quelli fisici e psicologici.

«Fermo restando che la salute è per tutti noi la priorità fondamentale e va salvaguardata senza se e senza ma – sottolinea Giorgio Felici, presidente di Confartigianato Imprese Piemonte – precisiamo che le imprese che operano nel comparto dei servizi alla persona si sono attrezzate al meglio per garantire la massima sicurezza per i clienti, programmando le sedute e osservando tutti i protocolli igienico sanitari. Voglio inoltre sottolineare che questo settore è particolarmente importante in quanto contribuisce a ristabilire il benessere psicofisico delle persone. Auspichiamo quindi che il presidente Cirio possa ascoltare la nostra voce e che consideri le attività legate al benessere come essenziali e pertanto si faccia portavoce con il Governo affinché ne vengano autorizzare le aperture in zona rossa».

Dagli ultimi dati elaborati dall’Ufficio studi di Confartigianato, in questi settori in Piemonte si registrano imprese artigiane del settore benessere 12.449 tra acconciatori ed estetiste, per un totale di circa 22mila addetti. La maggioranza dei quali rappresentati da donne.

«Si tratta – sottolineano Stefania Baiolini, presidente nazionale estetisti di Confartigianato Imprese e Enrico Frea, presidente regionale del settore acconciature di Confartigianato Imprese Piemonte – di un provvedimento ingiustificato nei confronti delle imprese del benessere che in questi mesi hanno applicato con la massima diligenza le linee guida dettate dalle autorità sanitarie e dal Governo, intensificando le già rigide misure previste dal settore sul piano igienico-sanitario, e si sono riorganizzate per garantire la massima tutela della salute degli imprenditori, dei loro collaboratori e dei clienti. La sospensione delle nostre attività svolte in sicurezza finirà per innescare l’impennata dell’offerta di prestazioni da parte di operatori abusivi che rappresentano il vero pericolo per la salute dei cittadini, oltre che danneggiare ulteriormente sul piano economico le aziende in regola. Senza considerare che, a fronte di ulteriori misure restrittive, gli imprenditori non possono attualmente contare su alcuna certezza per quanto riguarda gli interventi di ristoro. Questa nuova chiusura non riusciamo a sopportarla, ed un terzo delle nostre attività chiuderà definitivamente i battenti».

A questo proposito, Confartigianato Imprese fa rilevare che, nei mesi di marzo, aprile e maggio 2020, per l’effetto combinato di mancati ricavi a causa della chiusura e della concorrenza dell’abusivismo, le imprese di acconciatura e di estetica hanno registrato una perdita economica di 1.078 milioni di euro, pari al 18,1% del fatturato annuo.

«Siamo stanche di vedere che il nostro ruolo di donne, imprenditrici e professioniste viene sempre ritenuto secondario – conclude Baiolini – con sacrificio e abnegazione ci siamo impegnati a costruire le nostre imprese, ora non riusciamo più economicamente a sostenere le nostre attività».

c.s.

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