Città Creativa UNESCO. Serata con l’europarlamentare Irene Tinagli: “Opportunità da non lasciarsi sfuggire”

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Oggi come oggi, il brand Biella Città Creativa UNESCO è paragonabile ad un grande cantiere aperto. Sono stati realizzati gli scavi e gettate le fondamenta, ma manca ancora tutto il resto della costruzione.

Per pensare in termini propositivi ed efficaci a come costruire la casa comune di tutti i biellesi, indipendentemente dal colore politico in cui si riconoscano, la Segreteria provinciale del Partito Democratico ha organizzato una serata di confronto e riflessione con l’europarlamentare Irene Tinagli.

Giovedì scorso, 30 gennaio, la sala conferenze di Palazzo Boglietti era gremita. A testimonianza di quanto l’argomento appassioni trasversalmente. Era presente tutto lo stato maggiore del PD, naturalmente (assente l’ex primo cittadino Marco Cavicchioli, e secondo qualcuno sarebbe stato strano il contrario…), ma c’erano anche il sindaco Claudio Corradino e alcuni esponenti della sua giunta, in primis Barbara Greggio, da poco “investita” anche della delega alla Città Creativa UNESCO.

In prima fila, il presidente della Camera di Commercio, Alessandro Ciccioni e, al tavolo dei relatori, il vicesegretario generale della Fondazione CR Biella, Andrea Quaregna. Presenti in sala anche diversi rappresentati di vari Enti pubblici e Istituzioni, come delle Associazioni di categoria. A moderare l’incontro l’ex direttore de Il Biellese, Silvano Esposito.

A presentare la serata, ci ha pensato il suo organizzatore Rinaldo Chiola: «È ancora possibile risollevare e rilanciare Biella? Crediamo di sì, ma occorre continuare a fare sistema, così come si è fatto per la candidatura. Occorre però aprirsi e guardare all’Europa, nella consapevolezza che ci attendono sfide per le quali non possiamo pensare di correre da soli. In questo quadro, partecipare ai bandi europei per diventare più competitivi può rappresentare una chance importante. E, attenzione, non si tratta solo di cercare fondi, ma anche nuovi partner europei, pubblici e privati. Dobbiamo costruire insieme una visione politica comune, che non può essere appaltata a nessuno, perché si tratta di una scelta identitaria».

La chiave di tutta questa transizione può essere costituita dai nostri giovani perché quello di «Città Creativa Unesco è uno status mentale – ha sottolineato Luca Murta -. I ragazzi delle scuole biellesi sono molto più avanti di quanto lo siano state le generazioni che ci hanno preceduto».

Proprio la scuola, intesa come sviluppo di competenze e formazione, rappresenta infatti uno dei sei asset fondamentali che hanno permesso a Biella di superare la concorrenza di altre città candidate al riconoscimento dell’UNESCO. Lo ha ricordato Andrea Quaregna, aggiungendo che «siamo stati riconosciuti unici al mondo nel saper fare qualcosa di riconoscibile. In questo senso, noi un’identità ce l’abbiamo già. Acqua, lana, montagne, laboriosità e tecnologia sono i nostri elementi caratterizzanti, ma noi, come Fondazione CR Biella, abbiamo deciso di puntare sullo sviluppo del talento dei nostri giovani a partire da bambini e ragazzi. Questo è il primo tassello, quello da cui partiamo».

Nello stesso solco si è inserito il contributo di Irene Tinagli, che dopo aver fatto un’analisi molto puntuale sull’involuzione dei distretti a seguito della globalizzazione, ha espressamente affermato che «il rilancio di un territorio/distretto passa necessariamente attraverso la (ri)attrazione di competenze, per il tramite dei giovani, della scuola e della formazione. L’UNESCO è una grande opportunità, ma solo se inserita in una rete più ampia. È quindi necessario prendersi del tempo per riflettere e progettare il futuro, anche mediante il confronto con altre realtà UNESCO, sia italiane che straniere, dalle quali poter prendere spunto e ispirazione. Questa è la vera opportunità da non sprecare».

«Dovete capire cosa volete comunicare al mondo per invogliare la gente a venire nel Biellese – ha concluso l’europarlamentare -. La progettazione è fondamentale, perché alle porte c’è il nuovo settennato di finanziamenti europei, che si apre con il 2021 (2021-2028, ndr). Occorre un piano strategico. Un ruolo altrettanto importante potrà essere quello della Bei, la Banca centrale europea, molto sensibile a due direttrici sulle quali state già lavorando, ovvero l’eco-sostenibilità e la scuola. Infine, bisogna prestare attenzione ad un fenomeno che sta diventando evidente: il rilancio demografico e residenziale per le città di medie dimensioni, perché quelle di grandi dimensioni, ad esempio Milano, sono sature, troppo grandi, troppo popolose, troppo costose. E con una qualità della vita che inevitabilmente ne risente».

Grande soddisfazione per la riuscita della serata è stata espressa da Rinaldo Chiola con un comunicato stampa inviato ai media locali: «Gli interventi sono stati uno spunto e uno sprone importante, e siamo pronti a coglierne anche le criticità, sia da parte di chi ci è più vicino e di chi lo è di meno. È creativa la città che non solo si prepara al futuro, ma ne diventa un consapevole laboratorio, in cui si elaborano idee di cambiamento. È creativo un territorio che non si limita a cercare vie d’uscita dalle crisi quando si presentano, ma le anticipa riformulando i problemi, reinterpretandosi, ridefinendo gli obiettivi. Se siamo arrivati al riconoscimento di Biella Città Creativa UNESCO è perché in parte c’è stata visione, perché un piede dentro a un sogno di riscatto lo abbiamo già messo».

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