Cavaglià. Ieri in sala consiliare faccia a faccia tra chi si batte contro l’inceneritore e la Commissione Ambiente della Regione

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Nella giornata di ieri, giovedì 30 giugno, la Commissione Ambiente della Regione Piemonte si è recata in Valledora per sentire da sindaci e associazioni l’altra campana, quella che non vuole l’inceneritore tra Cavaglià e Santhià, e pretende un futuro diverso.

Gli abitanti delle cascine tra Cavaglià, Alice Castello, Viverone e Roppolo saranno lì ancora a chiedersi cosa diavolo fosse quel serpentone di macchine che l’ultimo giovedì di giugno si è inerpicato su strade secondarie dove di solito passano solo trattori e ciclisti. Ecco svelato il mistero: era la Commissione Ambiente della Regione Piemonte che, guidata dal sindaco di Alice Castello e da quello di Cavaglià, faceva un sopralluogo della zona.

Come ha spiegato il presidente della Commissione Angelo Dago durante l’incontro  in sala consiliare a Cavaglià, dopo la visita che i consiglieri regionali hanno fatto il mese scorso alla sede dell’azienda proponente l’impianto di termovalorizzazione, era necessario tornare per vedere i luoghi e ascoltare l’altra campana.

«Un momento che non esito a definire storico – ha affermato la consigliera del Comune di Cavaglià Lucia Scagnolato finalmente siamo tutti riuniti: Regione, Province, Comuni e associazioni a discutere della situazione in Valledora. Un’area che dopo essere stata presa di mira da escavazioni e discariche, vede ora la proposta di un inceneritore che sommerebbe rischio su rischio ambientale».

Nel corso della mattinata più voci, da più punti di vista, hanno sottolineato la centralità della Regione nella politica sui rifiuti. Lo ha fatto Anna Andorno del Movimento Valledora dicendo che la programmazione sulla gestione dei rifiuti non può essere lasciata a una multiutility privata. Lo ha ribadito il sindaco di Cavaglià dicendo che quello che manca è proprio un piano di gestione dei rifiuti. Lo ha sottolineato Davide Gilardino, presidente della Provincia di Vercelli, che non può che essere la Regione a decidere se e dove collocare gli impianti.

«I piani esistono – ha spiegato Daniele Gamba di Legambiente Biella – e quello attuale non prevede un secondo termovalorizzatore in Piemonte oltre a quello che già c’è a Torino. Il nuovo Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate, in fase di discussione, prevede vari scenari» e tra questi vari scenari anche quello di un secondo inceneritore in Piemonte, a cui Legambiente si oppone.

«Oltre a questi nel PRUBAI – ha continuato Gamba – ci sono anche gli indirizzi, tra cui quello che indica che i rifiuti derivanti dalla raccolta differenziata devono rientrare nella gestione dei rifiuti urbani. Questo è proprio il caso di Cavaglià dove il proponente ha presentato l’istanza per il termovalorizzatore per rifiuti speciali ma, in realtà, tale istanza deve essere ricondotta a quelli urbani, proprio perché tratterrebbe i rifiuti di scarto della differenziata». Ciò significa che la sua eventuale autorizzazione rientra nelle competenze della Regione e, così, si eviterebbe la sovrapposizione tra Enti diversi, situazione in cui ha buon gioco l’iniziativa privata.

Il Presidente della Provincia di Biella Emanuele Ramella Pralungo ha centrato tutto il suo intervento proprio sull’importanza della Regione nella scelta dei siti e delle tipologie impiantistiche necessarie al trattamento dei rifiuti. Pur riconoscendo che la Valledora ha già dato in termini di sacrificio per lo stoccaggio dei rifiuti, ha spiegato che la richiesta del proponente deve seguire un proprio iter che è determinato dalle normative a cui l’Ente sottostà.

La parte propositiva era prevalente ed è stata portata avanti dai sindaci della zona. Michele Pairotto, sindaco di Tronzano Vercellese ha dichiarato: «I sindaci sono uniti e hanno la stessa posizione sull’inceneritore e viaggeranno uniti. Questo territorio ha bisogno di agricoltura, cultura e turismo». Il giro fatto in macchina nella mattinata aveva proprio lo scopo di aprire a queste possibilità lo sguardo degli ospiti.

Partiti dall’area dove sorgerebbe l’inceneritore con il lungo serpentone di macchine i consiglieri, i sindaci e i cittadini delle associazioni sono passati, nell’arco di poche centinaia di metri, da un luogo che non è certo un posto da cartolina alla campagna, ai boschi, per poi uscirne e vedere il Lago nel contesto paesaggistico dell’Anfiteatro Morenico d’Ivrea. Sono così passati dal brutto al bello, appunto.

Non stupisce che cresca l’interesse di intrapresa turistica e agricola sostenibile come alternativa credibile alla Valledora quale luogo di stoccaggio e incenerimento dei rifiuti del nord ovest.

«La Valledora ha diritto a un futuro diverso che valorizzi le sue potenzialità», ripete ormai da tempo come un mantra il sindaco di Alice Castello Luigi Bondonno.
Movimento Valledora

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