Calcio. Premier League e allenatori, ecco i casi più interessanti

0

Il calcio inglese rappresenta da sempre uno dei punti di riferimento per l’intero mondo del pallone: ovviamente ci sono ragioni storiche e di blasone, considerando che il club più antico ancora in attività è inglese e si tratta dello Sheffield, ma sono numerose le ragioni che lo rendono impareggiabile agli occhi degli appassionati.

Questo ha reso la massima divisione inglese, la Premier League, un vero e proprio fenomeno economico: fra le prime leghe per valore, coniuga questo aspetto con la competitività del campionato, che occupa la prima posizione nell’apposito ranking annualmente stilato dalla IFFHS ed è in grado di attrarre così i migliori calciatori e i migliori tecnici, ansiosi di cimentarsi con quello che è probabilmente il palcoscenico più prestigioso del calcio internazionale.

Prendendo in considerazione proprio i tecnici, è interessante notare come la maggior parte di quelli in grado di mettersi in luce fra questi abbia un trascorso appunto in Premier League.

Si possono considerare in primis alcuni allenatori che hanno indissolubilmente legato la propria figura alla Premier League e alla squadra da loro allenata. È il caso di Alex Ferguson e del suo Manchester United, squadra sulla cui panchina il tecnico scozzese ha seduto dal 1986 al 2013 per un totale di 27 anni, ottenendo perfino il cavalierato per meriti sportivi nel 1999 e potendosi fregiare del titolo di Sir.

L’altro nome iconico è certamente quello di Arsène Wenger, indissolubilmente legato all’Arsenal che ha allenato ininterrottamente per 22 anni, dal 1996 al 2018. Il tecnico francese si è distinto, nel succedersi delle stagioni, per la lungimiranza nel mettere sotto contratto calciatori all’epoca pressoché sconosciuti e, soprattutto, per la capacità di imporre una vita da atleta anche fuori dal campo da gioco, con particolare riferimento alla cura per l’alimentazione. Non è certamente un caso che la Fifa, alla fine della carriera da tecnico, gli abbia offerto un ruolo come responsabile dello sviluppo mondiale del calcio.

Ben più numerosi però sono stati i tecnici che, a un certo punto della loro carriera, hanno deciso di tentare l’avventura in Premier League, cercando la consacrazione nel torneo più blasonato dopo aver già vinto altrove. Primo fra questi, quantomeno per il ruolo avuto nel calcio moderno, è senza dubbio Pep Guardiola.

Lo spagnolo si è messo in luce come tecnico a Barcellona, trascorrendovi quattro anni conditi da successi e soprattutto dallo sviluppo della sua idea di calcio, caratterizzata dal possesso di palla e dalle azioni in orizzontale. Nel 2016, dopo una felice esperienza al Bayern Monaco, decide di cimentarsi con la Premier League accettando di sedere sulla panchina del Manchester City, alla guida della quale ha vinto per ora, fra gli altri, due campionati, senza mai smettere di evolvere la propria idea di gioco.

Anche Josè Mourinho, ben noto oltre che per i successi per le sue polemiche, come da ultimo quella circa i numerosi impegni a brevissima distanza per il suo Tottenham, ha avuto modo di mettersi in luce in Premier League, e in diverse occasioni. Oltre alla più recente esperienza con gli Spurs, infatti, il portoghese ha seduto sulle panchine di Chelsea e Manchester United, vincendo tre volte la Premier League a Londra e un’Europa League a Manchester.

Ben più recente invece il caso di Jürgen Klopp, tecnico che ancora nel 2001 giocava in Germania. Dopo essersi distinto in patria alla guida del Borussia Dortmund, ha fatto il salto in Premier League nel 2015 sedendosi sulla panchina del Liverpool: con i Reds, plasmando la squadra sul suo credo fatto di pressing e gioco verticale, ha per ora ottenuto un campionato e una Champions League nelle due passate stagioni.

E per quanto riguarda gli italiani? Anche numerosi tecnici nostrani si sono misurati con il livello della Premier League, togliendosi spesso soddisfazioni.

Il Chelsea in tal senso si è sempre distinto: sulla sua panchina hanno seduto, in diversi momenti, Carlo Ancelotti, Claudio Ranieri, Gianluca Vialli, Antonio Conte e Maurizio Sarri. Tutti, eccetto Ranieri, hanno portato alla parte blu di Londra almeno un trofeo; l’allenatore romano si è però rifatto con gli interessi, aggiudicandosi da outsider il campionato del 2016 alla guida del Leicester. Non va dimenticato poi Roberto Mancini, scelto dai proprietari del Manchester City che nel 2012 sono stati ripagati da una vittoria della Premier a distanza di ben 44 anni dalla precedente.

Condividi:

Commenti chiusi