Biella. Ultimatum di Luca Rossetto agli azionisti Seab: “O c’è unità d’intenti o me ne vado”

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Era prevedibile che arrivasse, e alla fine è arrivata. Il manager biellese Luca Rossetto, da alcuni mesi candidato alla guida di Seab spa, scrive una lettera al vetriolo agli azionisti della società “in house”, ovvero i Comuni biellesi, che ha davvero il sapore di un ultimatum.

Da mesi, ormai, non si fa che parlare della delicata situazione che l’azienda sta attraversando e, al di là di una serie di enunciazioni di principio, pare evidente che manchi un ingrediente fondamentale per tentarne il salvataggio: una chiara e decisa unità d’intenti.

Aspetto imprescindibile, per Luca Rossetto. La vera e forse unica conditio sine qua non per continuare a ricoprire il ruolo che, in modo assolutamente trasversale tra le varie forze politiche del territorio, gli è stato riconosciuto e affidato.

Gentili Signori Azionisti,
Premetto che ho condiviso quanto segue con i consiglieri di amministrazione “in pectore” che ho designato
in autonomia, conformemente al mandato unanime ricevuto dalle segreterie politiche dei partiti
maggiormente rappresentati in provincia, e con i quali vi è piena unità di intenti.

Sono da più di due decenni abituato a rendere conto agli Azionisti del mio operato di amministratore e a
lavorare per meritarmi la loro fiducia nelle mie capacità di raggiungere gli obiettivi aziendali.

Dare spiegazioni ai propri Azionisti, chiarire le ragioni delle proprie decisioni, accogliere ogni rilievo critico,
fanno parte del mio modo di operare consolidato e sono alla base dei risultati positivi delle Aziende che ho
gestito e del mio successo professionale. Certamente, valutazioni espresse in pubblico su decisioni e attività gestionali o amministrative, espresse da chi è privo di specifiche esperienze e competenze, o da chi ha interessi strumentali, producono come unico effetto la disinformazione e la sfiducia.

Nel mio mestiere considero presupposto essenziale avere certezza della condivisione del programma di
lavoro da parte degli Azionisti e del loro concreto impegno a sostenerlo.

Non esprimo nessun giudizio sulle individuali valutazioni e posizioni politiche, convinzioni e punti di vista,
poiché ogni posizione è perfettamente legittima.

Sono però costretto a constatare, con grande rammarico, che attualmente non vi sono le condizioni per
proseguire il mio lavoro in SEAB, per un insieme di ragioni:
• Un’erosione insanabile del rapporto fiduciario con alcuni Azionisti, che ripetutamente hanno
espresso posizioni incompatibili con il progetto e con gli impegni assunti per la mia accettazione della
candidatura alla presidenza;
• Una defatigante e improduttiva tendenza a ritornare continuamente su punti già ampiamente
discussi in passato (ad esempio la composizione CdA, l’ambito del mandato, la strategia
concordataria, le decisioni prese anni e anni fa, la messa in discussione di dati incontrovertibili sulla
gestione);
• Una non piena consapevolezza della gravità della situazione e delle misure indispensabili per
affrontarla, che impongono sacrifici politici ed economici ineludibili;
• Il tentativo di conciliare esigenze, tra loro oggi incompatibili, di non aumentare adeguatamente le
tariffe, di non procedere alla revisione dei livelli di servizio, di non accentuare procedure di esazione
forzosa dei crediti, insomma non cambiare nulla per evitare frizioni e scontenti;
• Una netta frattura fra Comuni “grandi” e Comuni “piccoli”, con una difficoltà di giungere a una
“tregua d’armi” indispensabile per sostenere il rilancio dell’Azienda; questo si traduce in una
presenza di un continuo, sistematico dibattito politico quando una forte unità di intenti sarebbe
invece presupposto fondamentale per il salvataggio.

Sento, in poche parole, di non poter riporre fiducia nell’insieme degli Azionisti, e nella loro concreta azione a favore del piano delineato.

È tempo che tutti gli Azionisti, a cui per legge spettano le decisioni strategiche di una società “in house”,
diano un’indicazione univoca e chiara del percorso che intendono intraprendere. Tale indicazione deve
necessariamente andare ben oltre la mera enunciazione del principio di voler salvare SEAB mantenendola in mano pubblica, ma deve dare indicazioni sulle modalità concrete di raggiungimento di questo obiettivo.

Il consiglio di amministrazione, infatti, può suggerire e ipotizzare i possibili scenari strategici, mentre spetta agli Azionisti effettuare le scelte assumendosi la piena responsabilità politica delle ricadute di quelle scelte, in termini di servizio per il territorio e di mantenimento dei livelli occupazionali della Società.

Per tali ragioni invito formalmente, anche a nome dei Colleghi, il Sindaco di Biella a convocare con urgenza il Controllo Analogo Congiunto, nel quale possano essere una volta per tutte chiarite le posizioni dei soci e
possa auspicabilmente essere raggiungo un accordo sulle modalità per la prosecuzione dell’attività di
risanamento di Seab.

In assenza di una visione unitaria, espressa e documentata in modo formale e disponibile entro termini
necessariamente brevissimi (l’assemblea per il rinnovo del consiglio di amministrazione è infatti fissata in
seconda convocazione per il 20 luglio p.v.), il Consiglio di amministrazione “in pectore” non intende in nessun modo presentarsi candidato ad entrare in carica.

SEAB è un’azienda pubblica strategica per il territorio, con grandi possibilità di miglioramento, che merita
una gestione competente, moderna e responsabile senza incessanti condizionamenti politici di parte, ma con un necessario e ampio consenso dei soci. Ma questa è un’altra storia e il mio, in questo caso, è un semplice punto di vista.

La costante e incontrollabile fuga di notizie anche riservate verso gli organi di stampa che abbiamo purtroppo dovuto ripetutamente constatare in questi mesi, impone per doverosa nostra trasparenza di trasmettere copia della presente agli organi di informazione.

A questo proposito, mi preme sottolineare l’inesattezza di quanto riportato su La Nuova Provincia del 24
giugno 2020 in merito ai compensi per attività professionale concordati da Seab; con la premessa che il
consiglio di amministrazione di cui faccio parte ha affidato incarichi professionali unicamente ove necessario e con la previsione di compensi in linea con le tariffe ministeriali e comunque con il mercato, con specifico riferimento ai professionisti che assistono la Società nella procedura di concordato preventivo (tutti scelti in ragione delle loro specifiche competenze) gli onorari concordati sono di gran lunga inferiori a quelli previsti dai parametri ministeriali e allo stato non è ancora stato pagato loro nulla, nemmeno l’acconto che è prassi erogare al conferimento dell’incarico. 

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