Biella. “Tamponificio” in via Dei Tigli, SiNAPPe valuta azioni legali per la pubblicazione dei nomi degli agenti coinvolti nell’indagine

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso dal Si.N.A.P.Pe, Sindacato nazionale autonomo polizia penitenziaria, in merito alla vicenda giudiziaria sui tamponi che ha coinvolto diversi agenti della casa circondariale di via Dei Tigli, a Biella.

Il sindacato SI.N.A.P.Pe, da anni impegnato per la tutela del lavoro e della dignità del personale della Polizia Penitenziaria, ritiene contraria ai più basilari principi costituzionali e alla presunzione di non colpevolezza la pubblicazione, avvenuta da parte di alcuni organi di stampa locali, dei nomi degli agenti coinvolti nell’indagine in corso su quanto presuntivamente accaduto all’interno della Casa Circondariale di Biella circa l’effettuazione di tamponi antigenici riservati ai detenuti, a soggetti diversi e non autorizzati.

La recente riforma del Ministro Cartabia ha infatti rafforzato la tutela dei diritti degli indagati e perfino degli imputati, ponendo limiti alla diffusione di informazioni sino alla definitiva sentenza di condanna. Per tali ragioni il Sindacato valuterà le iniziative ritenute necessarie ad avversare qualsiasi attività da chiunque posta in essere e volta a presentare pubblicamente come colpevoli persone non ancora giudicate tali, nel più profondo rispetto dei principi democratici e contro ogni deriva volta a ingenerare nella collettività anticipati giudizi colpevolisti.

«In attesa che la Magistratura accerti attraverso il processo quanto accaduto – sottolinea Raffaele Tuttolomondo (foto qui accanto) -, compito del Sindacato Nazionale Autonomo di Polizia Penitenziaria – SI.NA.PPe è quello di difendere la dignità di chi opera quotidianamente con onestà. Per questo, come Segretario Regionale, ritengo doveroso ricordare lo straordinario impegno profuso dagli agenti di Polizia Penitenziaria per proteggere la salute dei detenuti in piena pandemia. Il sovraffollamento delle strutture è purtroppo un fattore favorente la diffusione del virus, senza dimenticare che gli agenti stessi sono a contatto con familiari e spesso con figli minori, altro grande veicolo di propagazione virale. Proprio per questo sono state adottate misure e precauzioni eccezionali che hanno richiesto sacrifici anche personali, affrontati con dignità e spirito di servizio». 

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