Biella. Sottoscritto l’accordo di collaborazione, nasce il Tavolo contro la tratta degli esseri umani

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Tutto è partito da un’Associazione di genere, VocidiDonne, che essendo rivolta al mondo delle donne, ha iniziato a seguire il fenomeno della tratta proprio a partire dalla declinazione al femminile, anche se, in realtà, quando si parla di tratta si dovrebbe più correttamente fare riferimento ad un crimine che coinvolge gli esseri umani in generale. Nei giorni scorsi, a Biella, è nato un Tavolo di lavoro che ha l’intento di esprimere delle azioni di lotta contro questo fenomeno a partire dal nostro territorio.

“Dopo quasi due anni di lavoro – ha sottolineato Rita de Lima – possiamo finalmente dare vita ad un Tavolo di lavoro che nelle intenzioni dei partecipanti è e resterà un tavolo di consultazione, di confronto e di discussione. La particolarità è che in questo Tavolo convivono pacificamente e fraternamente persone che provengono da esperienze diverse: ci sono le associazioni ma ci sono anche operatori e operatrici che si occupano ‘anche’ della tratta, e sicuramente di migranti e di tutte le problematiche sociali legate ai nostri territori”.

Costituito in forma assembleare, il Tavolo ha come mission quella di attivare reti di solidarietà nei confronti delle persone vittime di tratta, sollecitare politiche sociali a loro favorevoli, rimuovere gli ostacoli culturali e strutturali, e promuovere attività di formazione, informazione e sensibilizzazione.

La tratta degli esseri umani a fini di sfruttamento lavorativo e sessuale rientra tra le più gravi e attuali forme di violazioni dei diritti fondamentali. Questa forma di mercimonio è esplicitamente vietata dalle norme nazionali e internazionali in materia di tutela dei diritti umani. Sono 11 i soggetti promotori del Tavolo: si va dal mondo dell’associazionismo, alla Caritas; dalle cooperative, ai consorzi.

Tra le funzioni del Tavolo, c’è anche quella di “Osservatorio” del fenomeno nel Biellese, attraverso l’aggiornamento costante sugli eventuali numeri di persone accolte e dei percorsi da loro svolti. Il presidente dell’Iris, Paolo Gallana, a margine della sottoscrizione del documento costitutivo del Tavolo al Centro Territoriale per il Volontariato – ha sollevato il problema dei centri benessere gestiti dalla mafia cinese. Anche queste situazioni afferiscono al problema della tratta pur se in questo caso non si parla di ‘strada’ ma di luoghi chiusi. Un altro tema molto importante e centrale toccato da Gallana nell’ottica della prevenzione è quello della chiusura degli SPRAR e dei CAS, “perché – ha spiegato – le persone che usciranno da quelle strutture saranno facilmente avvicinabili dalle mafie che gestiscono il mercato della tratta”.

“Al momento – precisa ancora Rita de Lima – non seguiamo direttamente vittime di tratta, gli unici che lavorano ufficialmente in questo settore sono gli amici dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, che hanno la gestione a livello regionale delle unità di strada nel Biellese, Torinese e Cuneese”.

Sono circa 7mila le ragazze che la Papa Giovanni XXIII in quasi trent’anni di attività è riuscita a togliere dal marciapiede grazie alle case di prima accoglienza, cosiddette “di svincolo”, che sono dislocate su tutto il territorio nazionale. Nel Biellese, invece, sono sei le donne che hanno lascito la strada con l’aiuto dei volontari di questa associazione.

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