Biella. Posizioni scomode, ovvero come arrampicarsi sugli specchi: “know how” della giunta Corradino

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Tolta Biella Città Creativa Unesco, che non è manco merito loro, se non per qualche viaggio a Torino e Parigi e alcune comparsate qua e là, non ne fanno una giusta. Ormai gli indizi sono davvero tanti, e considerato che ne bastano solo tre per fare prova, ci si chiede se chi li ha votati allora, li voterebbe anche oggi.

Roba da Pagnoncelli e compagnia cantante. Ma a loro, ai sondaggisti, di Biella cosa importa? Assolutamente nulla, com’è normale. Qui, però, i segnali sono inequivocabili, come gli scricchiolii e lo stridore di unghie sugli specchi. Per dirla alla Fantozzi (con piccola variazione sul tema): “Come stiamo andando? Malissimo, per Dio!”

È tutta una sorta di “reformatio in peius” e, incredibile!, se n’è avveduto persino Felpa Pig, oggi travestito da sinistroide bohémien per raccattare consensi pure in Emilia.

L’ultimo autogol di Re Claudio è stato registrato all’atto della nomina del nuovo Consiglio d’Amministrazione su a Oropa, dove parte laica e parte religiosa si trovano già “invischiate” nel gioco di squadra, gomito a gomito, per non perdere il treno della V Incoronazione.

Ebbene, posto che il buon Claudio “ascende al soglio” per lignaggio (membro di diritto in quanto sindaco di Biella), le altre nomine non hanno minimamente tenuto conto delle quote di genere. Nessuna donna ha meritato i gradi di consigliera, mentre nel precedente CdA ce n’erano ben due su quattro. Reformatio in peius, appunto…

Davvero tra Lega, Fratellini e Forza Italia non sono riusciti a trovare due “auguste” signore in grado di poter sedere in quell’alta (sul livello del mare) assise? Grave. Molto grave.

Le Democratiche Biellesi sono in rivolta, e ne hanno ben donde. L’unico ad abbozzare una difesa rispetto a questa ennesima “mancanza” è stato Alessio Ercoli, capogruppo della Lega in Consiglio comunale. Un po’ gatto Silvestro, un po’ Titti canarino, il povero Alessio è stato – come dire? – preso in mezzo, e sommerso dall’ira funesta dei Dem di ambo i sessi.

Ercoli è encomiabile nelle sue difese d’ufficio, contraddistinte da uno strano mix tra buone facoltà cognitive (che gli riconosciamo!), fideismo da ultrà 4.0 e passione civile (anche questa è un punto a favore!). Però, caro Alessio, talvolta, l’arte della guerra ce lo insegna (e raccomanda), esiste anche la ritirata strategica, quella in buon ordine, per evitare inutili perdite sul campo…

Tacere, o semplicemente non replicare sapendo di non avere alcuna chance di vittoria, è solo sintomo di intelligenza tattica, non di resa incondizionata, armistizio o corte marziale. Birrino?

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