Biella, là dove il capogruppo della Lega preferisce festeggiare il Saint Patrick’s Day piuttosto che il 160° dell’Unità d’Italia

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Folgorato sulla via di Pontida, il capogruppo della Lega in consiglio comunale a Biella il verde ce l’ha proprio nel Dna. Quasi abbacinanti, quelle verdi catene di amminoacidi… Non c’è che dire. Un po’ come i pascoli d’Irlanda… Struggenti, quasi ipnotici. E immancabilmente verdi.

Uno spettro cromatico limitato a quel colore e alle finitime sfumature. Almeno quelle… Perché il verde è pur sempre speranza. Non il ministro, ché quello non lo possono proprio vedere.

Uomo delle istituzioni biellesi, il suddetto, nel dubbio tra quale ricorrenza festeggiare (in ballottaggio c’erano il 160° dell’Unità d’Italia o il giorno di San Patrizio), ha preferito senza esitazione il Saint Patrick’s Day.

Ricorrenza tipicamente italiana, da secoli viene festeggiata il 17 marzo, non si sa bene per quale ragione. Ataviche fratellanze che si perdono nella notte dei tempi.

Tanto a Biella c’era già il sindaco Corradino a celebrare degnamente, e sobriamente (l’aggettivo “sobrio”, non si capisce bene per quale arcano, li fa letteralmente sdilinquire, quelli del Carroccio biellese), viste le restrizioni anti contagio, le 160 candeline del nostro amato Paese.

E niente, il centrodestra locale, per un motivo o per un altro, è sempre fonte di collettivo imbarazzo. Forse quelli del “prima gli italiani”, si riferivano agli italiani d’Irlanda? O il “prima gli italiani” era subordinato alla scrupolosa verifica di improbabili discendenze celtiche? Mah.

Comunque, questi sono i fulgidi esempi di quell’italico patriottismo che scorre nel torrente ematico del leghista medio. E dire che sembrano passati eoni da quando qualcuno di loro affermava, nemmeno troppo tra le righe, che con il tricolore ci si puliva le terga… Poi hanno cambiato leggermente idea, perché si sono accorti che la bandiera italiana è per un terzo pure verde.

Ma l’emiciclo di Palazzo Oropa ospita anche i patrioti ancora più destrorsi, quelli che hanno per nome l’attacco dell’Inno di Mameli: “Fratelli d’Italia…”

Talmente patrioti che per ricordarsi di esserlo lo devono scrivere. Se vi dovesse capitare di fare quattro passi per via Italia, a patto che siate in prossimità di casa vostra (siamo ancora in zona rossa), non potrà sfuggirvi lo striscione che campeggia sull’inferriata della sede provinciale. Tutto meraviglioso!

Ve la ricordate la scena di “Non ci resta che piangere”? Quella in cui c’è il frate predicatore che, rivolto a Mario (Massimo Troisi), ammonisce: “Ricordati che devi morire!” Risposta: “Mo’ me lo segno proprio”.

Ecco, anche quelli se lo sono segnato. So’ patrioti! Nulla da ridire.

Ma ci viene da ridere, sommessamente.

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