Biella. Il Consiglio comunale delibera nottetempo l’atto di indirizzo per il salvataggio di Seab con passaggio a Tari dal 2022

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Il Consiglio comunale straordinario di ieri, martedì 16 febbraio, ha approvato in tarda serata l’atto di indirizzo per il Piano concordatario di Seab spa che prevede il ritorno del Comune di Biella alla Tari puntale a far data dal 2022 (situazione che però va a detrimento dei creditori della partecipata, in quanto riceveranno una quota inferiore al 70% del dovuto a dispetto di quanto prospettato dal CdA della municipalizzata nel caso in cui il passaggio a Tari di Biella fosse avvenuto già da quest’anno).

All’ordine del giorno erano iscritti ben 15 emendamenti, tutti presentanti dal gruppo di minoranza “Biella al Centro”. La discussione è stata lunga e articolata, con momenti di tensione tra gli esponenti delle liste civiche che fanno capo a Dino Gentile e l’Amministrazione Corradino. In apertura di seduta, il consigliere Andrea Foglio Bonda ha fatto notare che la voluminosa documentazione messa a disposizione della minoranza in vista dell’Assemblea consiliare è stata recapitata soltanto venerdì scorso.

Troppo poco il tempo a disposizione per valutare con la dovuta calma sia la proposta di delibera che il Piano concordatario, oltre ai due pareri tecnici richiesti dal primo cittadino del capoluogo ai consulenti esterni.

Dei 15 emendamenti proposti da “Biella al Centro”, solo 3 sono stato accolti (anche se a leggere stamattina i giornali locali sembrava di capire che fossero stati bocciati tutti quanti) e, al momento della votazione della delibera di indirizzo i consiglieri gentiliani hanno optato per l’astensione.

Nel primo pomeriggio di oggi è arrivato anche un comunicato stampa della Città di Biella con le dichiarazioni del sindaco Corradino: «L’approvazione della proposta del Piano concordatario, arrivata con un’ampia maggioranza, è figlia di un lungo lavoro di confronto, di riflessioni e analisi proseguite per mesi. Sin dal principio ho sempre sostenuto che era mia ferma intenzione raggiungere una soluzione per mettere la società partecipata Seab spa nelle condizioni migliori per avere un futuro, ma occorreva valutare il percorso ottimale nell’interesse della società, dei suoi dipendenti, ma anche del Comune di Biella. Il risultato raggiunto con l’approvazione di ieri in Consiglio comunale credo che sia una soluzione più che soddisfacente».

Come anticipato poc’anzi, il Comune di Biella ha deliberato il passaggio a Tari, ma solamente a partire dal prossimo anno: «È la soluzione migliore (ma non certo per i creditori dell’azienda in house, ndr) per più motivi – prosegue il primo cittadino -. In primis a tutela delle attività economiche pesantemente colpite dai lockdown. A differenza di chi proponeva un passaggio immediato a Tari, noi in tutti i modi abbiamo lavorato per evitare immediati aumenti della bolletta in un anno che per molti ha comportato un netto calo del fatturato. Inoltre la manovra da un lato non comporterà conseguenze per Seab e dall’altro ci mette nelle condizioni per preparare al meglio, a livello logistico e amministrativo, i passaggi propedeutici. Tengo a precisare che della Tarip ci sono aspetti da salvare e a lungo ho considerato l’ipotesi del mantenimento, ad esempio ci sono da considerare i risultati conseguiti in termini di percentuale della raccolta differenziata, ma reputo che messa in sicurezza l’azienda dovrà essere rivista tutta la modalità di raccolta dei rifiuti in città».

«Credo che come ci siano dei demeriti da spartire rispetto a come e perché si è giunti a questo punto, ci sono però anche da evidenziare i meriti che hanno portato all’approvazione del piano – conclude il sindaco Corradino -. Non nascondo di aver avuto delle perplessità sul ritorno a Tari, ma in un quadro complessivo è la soluzione migliore e questo ha trovato una conferma decisiva nell’autorevole studio svolto dai consulenti esterni proprio per avere ulteriori garanzie sul percorso che si stava intraprendendo. Credo che si sia lavorato con scrupolosità e senso di responsabilità: sono solo dispiaciuto del fatto che, al termine di un ampio e anche vivace dibattito, non si sia giunti a un voto unanime. I movimenti civici, dopo aver fatto ostruzione con la proposta di ben 15 emendamenti molti dei quali francamente fini a se stessi, si sono chiamati fuori dal piano astenendosi. Come primo cittadino ho lavorato per trovare il miglior compromesso possibile spinto dal senso di responsabilità, che tutti, su questa vicenda, avrebbero dovuto tenere a tutela dei dipendenti, della società e dei bilanci del Comune».

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