I fatti risalgono al mese di gennaio scorso, quando due uomini e una donnna sono entrati in un negozio di abbigliamento in centro Biella con la scusa di visionare la merce, fingendosi interessati all’acquisto.
In particolare, la donna ha iniziato a provare alcune pellicce, mentre i suoi complici distraevano la commessa spostando la sua attenzione su altri capi.
Approfittando della situazione, la donna ha indossato una pelliccia per poi nasconderla sotto l’ampio cappotto che in dossava. A quel punto, il trio è uscito dal negozio facendo perdere le proprie tracce.
Poco dopo la commessa si è accorta dell’ammanco di una delle pellicce che la donna aveva chiesto di provare e ha immediatamente denunciato il furto alla questura. In breve, sul posto è arrivata una volante, ma dei malviventi nessuna traccia.
Non è finita lì, perché il personale della Mobile, Sezione reati contro il patrimonio, diretta dall’Ispettore Capo Marika Viscovo, ha avviato le indagini del caso e nel giro di qualche mese, partendo dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza del negozio e analizzando i sistemi di videosorveglianza presenti lungo alcune strade della provincia biellese, è riuscita ad individuare e identificare gli autori del colpo in tre soggetti di origine moldava, già gravati da precedenti specifici in materia di furti di pellicce.
I tre sono risultati residenti in un campo nomadi di Monza. Una volta ottenuto dall’Autorità Giudiziaria il decreto di perquisizione, gli investigatori nel mese di agosto si sono recati nell’abitazione dei sosopettati e qui, pur non riuscendo a recuperare la refurtiva, hanno rinvenuti gli abiti indossati dai tre al momento del furto (quelli con i quali sono stati immortali dalle telecamere).
La comparazione del vestiario ha confermato in capo ai due uomini e alla donna la responsabilità per il furto della pelliccia, consentendo agli agenti della questura di denunciarli per il reato di furto aggravato H.S. classe 1988, H.M. classe 1958 e S.M. classe 1986.
