Biella. Di Fake News (vere o presunte) e di avvocati “bacchettati” dal Consiglio dell’Ordine al tempo di Covid-19

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Bene, bene, a Biella succede, forse a qualcuno non sarà sfuggito, che i censori dell’informazione locale, depositari delle più ineffabili verità assolute orbis terrarum, abbiano iniziato a puntare l’indice accusatore contro di noi, che indubbiamente siamo gli ultimi arrivati sul palcoscenico dell’informazione biellese.

Non per questo siamo i più sprovveduti.

Anzi, proprio il fatto che i giornaloni perdano parte del loro preziosissimo tempo per additarci come ferentes di Fake News, testimonia di quanto la loro attenzione (preoccupazione?) sia piuttosto rivolta al fatto che in poco più di un anno ci siamo ritagliati, giorno per giorno, con fatica e serietà, una fetta di pubblico che, evidentemente, fa gola anche a loro. Il piatto, in effetti, è molto piccolo, a Biella.

Ma è giusto, a nostro modestissimo avviso, che le nostre lettrici e i nostri lettori sappiano come funziona, dal di dentro, il mondo dell’informazione locale. Che poi, facendo le debite differenze e i dovuti distinguo, è, in piccolo, ciò che succede a livello nazionale. Con la differenza, che la spocchia e l’arroganza di alcuni giornalistucoli di provincia resta – a Dio piacendo! – confinata al piccolo stagno biellese, appunto.

Così, una decina di giorni fa, uno di questi attempati e azzimati giornaloni biellesi scriveva tronfio: “Si rinnova dunque l’appello ai cittadini di consultare soltanto i siti web delle istituzioni e delle testate giornalistiche registrate e di acquistare i giornali nelle edicole per gli aggiornamenti quotidiani. I social non sono una fonte di informazione, se non quando vedete circolare una notizia condivisa dai siti prima citati, come …” e, guarda caso, segue il nome di quella testata.

I ducetti dell’informazione locale si affacciano al balcone e farneticano come un tempo quell’altro da Palazzo Venezia.

Francamente imbarazzanti. Il tutto, all’interno di un articolo che non reca una firma, una sigla, niente. Però, non male. A casa tutti bene, grazie!

Attenzione, però. Questi sono gli stessi che hanno sparato a cinque colonne (e, avessero potuto, a reti unificate!) la notizia FALSA della chiusura di pronto soccorso e altri due reparti dell’ospedali di Ponderano, all’inizio dell’emergenza da Covid-19. Millantando tempestività e, udite udite!, precisione.

Sono quelli che bisettimanalmente aprono il giornale facendo la conta di morti e contagiati da Coronavirus, alla faccia dei sensazionalismi…

Sempre gli stessi, pubblicano due pagine di bellissime (lo riconosciamo) foto scattate da un drone della città deserta a causa delle restrizioni imposte dalle autorità competenti per circoscrivere il contagio e titolano “Biella col virus sembra quasi a Ferragosto”… Che quando l’abbiamo visto, ci siamo chiesti: “Ma cos’è la brutta copia dell’humor inglese o solo cattivo gusto all’italiana?

Sempre loro, sono quelli che concedono mezza pagina di spazio (oltre al richiamo in prima pagina) e quindi di gratuita visibilità al penalista di turno, che sostiene la tesi secondo cui “il 99.9% delle contestazioni (elevate in applicazione del DPCM riguardo agli spostamenti immotivati, ndr) verrà archiviato” e ancora “cittadini liberi di andare in giro tanto il giudice dovrà applicare la legge non la circolare”. Non si tratta di strictum ius, evidentemente, perché su questo l’argomentazione del legale non fa una grinza, ma di opportunità.

Tanto che, puntuale come un orologio svizzero, sul numero successivo arriva la piccata replica del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Biella e della Camera Penale Sezione di Biella: “Non si intende qui affrontare la questione giuridica sollevata, ma solo rilevare che in un momento di grave emergenza sanitaria, in cui concordemente tutti i medici sottolineano che l’unico rimedio possibile per evitare altri contagi ed altri morti è quello di limitare al massimo gli spostamenti, il discutere sulla forma errata di tali limiti e sulla derivata impunibilità di chi li violi possa legittimare e finanche incentivarne proprio la violazione”.

In conclusione, “l’Avvocatura Biellese è invece compatta nel ritenere il necessario rispetto delle norme come un dovere primario di tutti i cittadini soprattutto nei momenti di grave crisi, sacrificio ed emergenza come quelli che stiamo vivendo in questi giorni, a tutela della salute nostra e dei nostri cari”.

Tutto chiaro? CRISTALLINO…

Ecco, secondo voi, care lettrici e cari lettori, i nostri amici del giornalone di cui sopra, dove l’hanno pubblicata questa sacrosanta replica degli avvocati biellesi? In prima pagina? No. In seconda pagina? Nemmeno. In terza pagina? Suvvia…

L’HANNO PUBBLICATA NELL’ULTIMA PAGINA INTERNA, che così la vedono in pochi…

E noi dovremmo imparare il mestiere da costoro? Dovremmo ritenerci inferiori solo perché siamo gli ultimi arrivati? Anche no, grazie.

Buone Fake News a tutti!!!

 

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