Biella. Dal Gruppo consiliare PD lettera aperta al sindaco Corradino e per conoscenza al prefetto

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Siamo alle solite. L’Amministrazione Corradino continua a fare da sé, a tirare dritto, come se all’interno di un Consiglio comunale, per il corretto svolgimento della vita democratica nelle Istituzioni, non fosse minimamente necessario il confronto con le minoranze, a maggior ragione durante una pandemia…

Inevase tutte le richieste di partecipazione e confronto. Dialettica amministrativa paralizzata a causa della mancata convocazione del Consiglio comunale, risposte non fornite (nonostante diversi accordi verbali intercorsi), impedimento, o quanto meno dilazione, dell’accesso agli atti.

Ecco perché il Gruppo consiliare del Partito Democratico ha inviato agli organi di stampa una lettera aperta indirizzata al sindaco Claudio Corradino, al presidente del Consiglio comunale Marzio Olivero, al segretario generale Giorgio Musso e per conoscenza al prefetto di Biella Fabrizia Triolo.

Ne riportiamo integralmente il testo qui di seguito.

Dopo oltre un mese dalla precedente comunicazione intercorsa tra codesto Gruppo consiliare e il presidente del Consiglio comunale in merito all’ipotesi – da quest’ultimo formulata ai gruppi consiliari – di conversione delle interrogazioni a risposta orale in interrogazioni a risposta scritta si manifesta in tutta la sua evidenza quanta poca attenzione venga riservata da questa Amministrazione alla funzione delle minoranze.

Nella lettera inviata lo scorso 6 aprile si faceva presente che, oltre alle 7 interrogazioni depositate nel periodo tra l’8 gennaio e il 12 febbraio (che avrebbero già potuto trovare risposta nel Consiglio comunale del 26 febbraio) rimanevano inevase le 3 interrogazioni a risposta scritta depositate tra il 22 gennaio e il 4 febbraio, oltre ad una richiesta di accesso agli atti di cui al prot. 6893 in data 6 febbraio (inutilmente risollecitata in data 26 febbraio).

Nel mezzo di un allarme sanitario, la proposta veniva accolta a patto di ricevere riscontro esauriente nel rispetto della tempistica indicata di 20 giorni (ovvero entro il 22 o il 26 aprile, comunque al massimo entro il giorno 4 maggio) così desunta:
– lettera presidente del Consiglio comunale inviata in data 26 marzo
– assenso espresso durante la seduta dei Capigruppo in data 2 aprile
– ulteriore lettera del Gruppo consigliare inviata in data 6 aprile (con elenco pratiche in sospeso)
– comunicazione da parte dell’Ufficio Affari Generali in data 14 aprile (invio interrogazioni agli assessori e sollecito per accesso agli atti).

Ebbene, a oggi questo è il quadro:
– interrogazione n. 3506 / assessore Zappalà = risposta in data 29 aprile
– interrogazione n. 3507 / assessore Zappalà = nessuna risposta
– interrogazione n. 3508 / assessore Moscarola = nessuna risposta
– interrogazione n. 5966 / assessore Zappalà = nessuna risposta
– interrogazione n. 6224 / assessore Zappalà = risposta in data 13 maggio,

oltre il termine

– interrogazione n. 6225 / assessore Bessone = risposta in data 20/04/2020
– interrogazione n. 7500 / sindaco Corradino = risposta in data 21/04/2020
– interrogazione n. 7502 / assessore Zappalà = risposta in data 29/04/2020
– interrogazione n. 8427 / assessore Zappalà = nessuna risposta
– interrogazione n. 5966 / assessore Zappalà = nessuna risposta

Nessuna risposta in merito alla richiesta di accesso agli atti.

Ma ben più grave è il tenore dei testi. Come esempio si cita quanto ricevuto dall’assessore Zappalà nella sua replica inviata oltre il termine previsto (interrogazione n. 6224 a risposta scritta depositata il 04/02/2020).

La richiesta di “ricevere l’elenco secondo gli stadi diversi (sviluppo dei livelli di progettazione, indizione procedure di gara, consegna dei lavori, conclusione dei lavori) delle opere pubbliche che i singoli settori (stradale, residenziale, scolastico, ecc…) hanno seguito nel periodo luglio/dicembre 2019” viene liquidata con questa frase: “La programmazione delle opere pubbliche è desumibile dagli atti adottati da questa Amministrazione comunale” e viene allegato l’elenco delle opere pubbliche progettate ed eseguite dalla precedente Amministrazione a partire dal 2015.

È una presa in giro?

È possibile adempire all’incarico di Consigliere e svolgere correttamente il ruolo di controllo con questi elementi ed in questo clima?

In conclusione della nostra missiva già citata così ci esprimevamo: “Questa apertura rappresenta ancora una volta la volontà del Gruppo consiliare e del Partito Democratico di collaborare con l’Amministrazione comunale nell’attuale situazione, inimmaginabile e complicata, al fine di alleviare le difficoltà della cittadinanza e trasmettere messaggi fermi ma rassicuranti. Ora serve responsabilità civica: attraverso proposte e suggerimenti fatti pervenire sia per iscritto sia attraverso contatti telefonici lo abbiamo dimostrato. Occorre però agire con maggior efficacia e determinazione perché il contesto biellese sta soffrendo molto più di altre zone della Regione. Perciò si ritiene importante aprire la partecipazione in videoconferenza (come uditori) alle sedute di tutte le Commissioni anche ai consiglieri comunali che non ne sono componenti così da avere costantemente aggiornato il quadro delle azioni intraprese, potersi rapportare correttamente con i cittadini, attivare canali istituzionali diversi.”

La nostra richiesta di convocazione di un Consiglio comunale (utilizzando, come fatto da altri Comuni, le piattaforme messe a disposizione da ANCI) per mantenere un filo diretto tra gli amministratori durante l’emergenza è stata rigettata; alle audizioni delle associazioni di categoria non sono seguite quelle richieste con le rappresentanze sindacali e con ANCE.

Abbiamo rispettato il tempo del silenzio ma non possiamo tollerare di essere ignorati ed irrisi. La prosperità della città si potrà cercare con il concorso di tutte le forze politiche ma i segnali che riceviamo vanno nella direzione opposta. Obiettivo legittimo, quello di escluderci, ma non utile per affrontare un futuro tanto sconosciuto quanto decisivo per Biella.

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