Biella. Coronavirus: dopo il primo positivo, l’unico contagio è “solo” quello delle fake news

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Saremmo giornalisti, con tanto di iscrizione ad un ordine professionale (elenco pubblicisti ed elenco professionisti), tesserino numerato che ne attesta l’appartenenza e quel minimo di supponenza che non guasta mai, in quanto dotati della capacità di scrivere in un italiano appena decente e, per qualcuno, depositari di verità iuris tantum…

Saremmo giornalisti, ma la gente ci chiama GIORNALAI. E fa bene, la gente. Ha ragione. Perché a Biella, con la creatività UNESCO, anche la categoria dei giornalisti si è montata la testa, ché passare dalla creatività, come dote naturale, al creare notizie false, FAKE NEWS, è veramente un attimo.

È successo ieri sera, e stamattina, con i giornali in edicola.

Primo caso di Coronavirus a Biella: VERO.
Pronto soccorso e due reparti chiusi: FALSO.

Da dove nasce il qui pro quo? Da un’agenzia di stampa proveniente da Torino. Ci si sono buttati sopra come avvoltoi sulla carogna. Qualcuno ha pure avuto la brillante idea di verificare la notizia (INCREDIBILE!?!?), ma nonostante questo hanno scientemente, quindi dolosamente, pubblicato il falso.

A questo proposito, prendiamo in prestito – non ce ne voglia – le parole di un bravissimo GIORNALISTA biellese, da poco in pensione: “Avere un tesserino in tasca non fa di te un giornalista – scrive Cesare Maia -. Perché un giornalista dovrebbe cercare la verità, anche quella che non gli piace, e raccontarla per fare in modo che ognuno si faccia la PROPRIA idea. Etica e rispetto. Basterebbe applicarli in tutto – non solo nel giornalismo – e sarebbe già un mondo migliore”.

Intendiamoci, tutti sbagliamo, tutti i giorni. Compreso che scrive. Ma c’è un confine, ormai diventato eccessivamente liquido (per dirla con Zygmunt Bauman), tra diritto di cronaca e sciacallaggio. Tra sensazionalismo e FAKE NEWS.

Non è la stessa cosa, ad esempio, gonfiare un titolo rispetto al contenuto dell’articolo e dare notizie FALSE. Il diritto di cronaca sussiste, a nostro avviso, se si danno notizie certe, verificate. Se le notizie le si inventa, beh, quello è tutto un altro discorso. Lì non c’è più alcun diritto di cronaca che regga. Lì c’è solo una cosa: IL DOLO.

Ora, la questione Coronavirus è assolutamente inedita, delicatissima, bisognerebbe trattarla con le dovute accortezze, perché lì fuori, oltre a chi minimizza (e ce ne sono…), c’è gente che ha paura. Speculare sulla paura altrui è SCIACALLAGGIO. Né più, né meno.

Crediamo che sia davvero arrivato il momento della responsabilità: vuoi vendere tre giornali in più o portare a casa dieci click “gratis” scrivendo notizie false?

Liberissimo/a. Fallo pure, però abbi almeno la decenza di metterci la faccia.

Come? Inizia a firmare i pezzi. Non nasconderti dietro alla “redazione taldeitali”, a una sigla farlocca o a un finto comunicato stampa. Mettici la faccia.

E vergognati, ogni tanto, almeno un pochino. Ammesso che tu ne sia ancora capace…

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